Mirabella, un milione di passi tra passato e futuro

L'esperienza dei ragazzi del liceo Aeclanum con Hypokritès e l'associazione Montesacro

“Riscattare l'Irpinia significa riscattare la sua memoria, a partire dall'Appia e da quello che significa e ha significato”

Mirabella Eclano.  

di Pasquale Cuomo*

Una collaborazione tra liceo, comune, sovrintendenza e associazioni che ha permesso di costruire qualcosa e imparare facendolo. Un esperimento da prendere a esempio, da incrementare: lavorare sul territorio per il territorio e non in autogrill, così, tanto per dire.

Il Liceo comprensivo Aeclanum, il teatro studio Hypokritès e l'Associazione Montesacro di Roma hanno reso possibile questo connubio. Inutile dire che i giovani sono gli studenti del liceo Aeclanum, sapientemente guidati dal maestro Enzo Marangelo hanno letto e rappresentato verbalmente e musicalmente le pagine del libro di Paolo Rumiz “Appia”. La storia, antica, che guarda al passato e i giovani, intelligenti e con tutto un futuro da vivere e da costruire su solide basi.
A Mirabella Eclano il connubio è stato realizzato, in una giornata di Giugno

Il luogo è il migliore dei luoghi possibili, per parlare di storia, di antico e d'Irpinia: gli scavi archeologici di Mirabella Eclano. L'Appia passava di qui, nel cuore della bassa Irpinia, proseguendo fino in Puglia, fiore all'occhiello dell'ingegneria e dell'inventiva romana, latina. "Un milione di passi" recitano i ragazzi "quelli percorsi su questa strada" e un tentativo di rievocarli. Un itinerario all'interno degli scavi, cammino e sosta.
 

La sosta: il momento in cui si guarda all'antico. Vengono lette e recitate parti del libro ed estratti dalla quinta satira di Orazio. Si chiede "Cosa vuole l'Appia?" La risposta "Essere lasciata in pace, essere percorsa" e per percorrerla bisogna prendersene cura, riscattarla, senza fare nomi, senza accusare, solo descrivendo e raccontando ciò che fu e a farlo è chi gli occhi li ha verso il futuro. Non si tratta solo di riscattare l'Irpinia e quello che ha da offrire, ma di riscattare la sua memoria, anche partendo dall'Appia, che da qualche parte sicuramente porterà.

"A chi appartenete?" Gridano i ragazzi riprendendo le parole che da sempre gli anziani nei paesi irpini dicono ancor prima di sapere il nome del proprio interlocutore, riportate nel libro di Rumiz.

A chi apparteniamo?

La storia, antica, che guarda al passato e i giovani, intelligenti e con tutto un futuro da vivere. A Mirabella Eclano il connubio è stato realizzato, in una giornata di Giugno

*Studente del Vivaio di Ottopagine, il Corso di giornalismo multimediale organizzato nell'ambito dell'iniziativa scuola lavoro