Emigrante irpino a Londra, si presenta il libro

La presentazione al Circolo della Stampa

Avellino.  
E' stato presentato oggi, 18 aprile 2015 alle ore 18.00, presso il Circolo della Stampa di Avellino, il romanzo “L’attesa” del pittore e poeta Virgilio Del Guercio, con prefazione di Federico Cassese, edito dalla Casa editrice Gruppo Albatros, Il Filo.
 
Saluti del giornalista e commissario del Circolo della Stampa Gianni Colucci, interventi e letture del professore Giuseppe Sierchio, critico, già docente dell'Accademia delle Belle Arti di Catanzaro, del giornalista Gelsomino Del Guercio, dei sig.ri Giuseppe Conte, Angela Valisena, arch. Luigia Mattia. Sarà presente l'autore della prefazione, il professore Cassese.   
 
L'Attesa è un romanzo accattivante e ricco di pathos. Affascinante è la location, la Londra del Borough of Westminster e dei Docklands. Realistici i protagonisti, Enrico e Monica. Lui, l'immigrato irpino che perde la testa per una donna bellissima e irraggiungibile. 
 
L'attesa di Enrico è quella di ritrovare la "sua" Monica, una sorta di "femme fatale" d'Oltremanica che è riuscita ad abbagliare l'esistenza di quell'uomo. Un'esistenza che senza di lei è più vuota, insoddisfacente, in una quotidianità già di per sè tutt'altro che semplice. Anche perchè Enrico si mette più volte nei guai. Il finale poi, è tutto da gustare... 
Un pò thriller, un pò giallo, un pò love story, un pò esistenzialistico: il romanzo di Del Guercio riesce ad incrociare le sfaccettature più disparate, e piacere a tutti gli amanti di questi quattro generi.
 
Di Virgilio Del Guercio proponiamo una parte del profilo inedito che Paolo Saggese pubblicherà nel terzo volume della “Storia della poesia irpina” (Delta 3 edizioni), dedicato a "Virgilio Del Guercio, Poeta della “natura orale”, di morte e di silenzio».
 
«È difficile definire con poche parole o riflessioni la poesia, la vita e l’arte di Virgilio Del Guercio (Calabritto, 1939), che è innanzi tutto un pittore e scenografo di fama, regista teatrale noto in ambito europeo, scultore, ma anche poeta di versi intensi, dolorosi, forti, talvolta rudi, evocativi. Nelle note biografiche presenti nei suoi libri di versi, parlando della sua giovinezza, Del Guercio scrive: “[…] qui [ovvero a Calabritto] nasce la prima ribellione al senso monotono della vita di Del Guercio; qui la prima educazione verso una ricerca di se stesso, verso il ristoro dell’animo irrequieto che ha bisogno di arte per colmare l’angoscia».
 
«Come un selvaggio, ribelle e irrazionale nel vivo dell’adolescenza, abbandona la scuola e tenta più volte la fuga dalla casa paterna e dal paese per assaporare il gusto dell’avventura. Riprende la scuola, frequenta la scuola d’arte ad Urbino, poi a Vercelli, durante il servizio militare, continua frequentando corsi serali”. Inoltre, perfeziona i suoi studi letterari, concentrandosi anche sulla letteratura classica».
 
«Dopo aver vinto un concorso di pittura estemporanea a Ravenna, si trasferisce in Germania, ad Augsburg, dove fa conoscenza con artisti della scuola viennese, tra cui i gemelli Gartner, e con il noto pittore surrealista Wolfgang Lettl (traggo le notizie sulla carriera dell’artista da Virgilio Del Guercio, Il filebo, Testi di Michele Mariano Iannicelli e di Sabrina Cavalletti, Grafica ebolitana, Eboli, Sa, 2008, pp. 102-103)».
 
«Intanto, mentre partecipa a mostre personali o collettive in Germania e in Italia, nel 1978 diviene scenografo realizzatore presso il “National Theater” di Monaco di Baviera, collabora con altri teatri tra cui quello di Regensburg, dal 1980 al 1985 è responsabile della Sala scenografica nel “Theater Comunale” di Ulm, realizza scenografie prestigiose anche in Italia, ad esempio quella di “Se il tempo fosse un gambero” presso il “Teatro Sistina” di Roma con la regia di Garinei e Giovannini e la partecipazione di Enrico Montesano».
 
«Dopo più di venti anni di grandi soddisfazioni, “di intensa attività e sperimentazione, Del Guercio decide di dare ordine alla sua vita frenetica, trasferendosi con la sua famiglia dalla Germania in Italia, al paese di origine, Calabritto” (Il filebo, cit., p. 103). Continuano, però, le sue collaborazioni e mostre in Germania e in Italia, ma a queste si aggiungono attività sociali e culturali nel suo paese natale, dove organizza iniziative culturali, esposizioni, rappresentazioni teatrali e recital poetici».