Così i nostri organi hanno stregato il Vaticano

I Continiello producono organi da oltre un secolo. "Così nasce la magia"

Passione, studio, determinazione, esperienza. E poi tanto amore per la propria terra ed il proprio lavoro

Monteverde.  

«Per praticare quest’arte con successo la passione è fondamentale ma non basta; il vero organaro deve avere pazienza, attenzione, buone mani, occhi allenati e, soprattutto, deve ignorare l’orologio; come per i grandi artisti, il tempo, durante la realizzazione di un’opera d’arte, non esiste». Dice Michele Continiello, dell’azienda monteverdese “Vincenzo Continiello e figli”. Un'attività secolare che, partendo da Monteverde in Irpinia, si è imposta in Italia e all’estero come riferimento di settore nella costruzione e riparazione di organi a canna.

L'ARTE SENZA TEMPO

«Mio nonno – racconta Michele - creò l’azienda nella prima metà del '900. Noi l’abbiamo portata avanti, specializzandoci in un ruoli differenti. Ogni attività ruota intorno agli organi, dalla riparazione fino alla costruzione, e oggi siamo fra le maggiori realtà nazionali di settore. Nonostante simili risultati, resto fedele ad un insegnamento che appresi da mio nonno: bisogna sempre mantenersi umili. Per svolgere questo mestiere la gavetta non è mai abbastanza: a quindici anni devi essere un ottimo falegname, a venti un buon fabbro, a quaranta puoi definirti aiutante organaro e ,poi, quando come me hai raggiunto la veneranda era di cinquantatré anni – sorride – puoi forse cominciare a ritenerti conoscitore di organi»

L’attività di restauro su organi a canne sottoposti a tutela, viene condotta secondo il decalogo normativo emanato dal Ministero per i Beni e le Attività culturali ed in stretta collaborazione con le Soprintendenze competenti. Per quanto le parti antiche siano danneggiate dai tarli, dall'usura, dalla corrosione o dal vandalismo, devono perciò essere restaurate e rese funzionanti assicurandosi di restare fedeli quanto più è possibile al modello di organo originale. Per far ciò è necessario uno studio dello stato dello strumento grazie a rilievi fotografici e misurazioni relative alla posizione degli elementi strutturali e altrettanta chiarezza va utilizzata durante tutto il percorso di restauro, cosicché il cliente possa avere sempre un quadro effettivo della situazione. Uno dei procedimenti più delicati è assicurarsi che l'intervento di restauro non pregiudichi funzionalità e musicalità dello strumento.

Altrettanto delicata è la costruzione degli strumenti: è infatti necessaria un’accurata progettazione dell'organo, senza tralasciare alcun dettaglio, segue poi la scelta dei materiali che deve essere altrettanto accurata. Infine entra in gioco la manualità dell’organaro che ricopre un ruolo fondamentale: la confidenza con lo strumento si acquisisce con una pratica scrupolosa e costante che richiede un rapporto diretto fra i giovani apprendisti e i maestri artigiani. Un mestiere, quello dell'organaro, che si tramanda di padre in figlio, accrescendo un patrimonio di conoscenze ed esperienze secolari con sfumature sempre differenti, senza sacrificare i precetti secolari di questa antica arte.

DA MONTEVERDE ALLA COREA DEL SUD

«Io – conferma Michele - ho imparato questa lezione stando in azienda fin dalla giovane età, osservando mio nonno prima e mio padre poi. Crescere in bottega, respirare quest'aria, giocare coi materiali e con gli strumenti, immergersi in questa realtà guidati dalla curiosità giovanile, sono tutti requisiti imprescindibili per apprendere e poi far proprio questo mestiere. Oggi, con l'evoluzione tecnologica, si sono rese necessarie nuove conoscenze e nuove figure professionali, penso a chi si occupa, ad esempio, della consolle interna dell'organo. Ma non tradiamo mai i nostri principi fondamentali nel rapporto col cliente: onestà a tutti i costi, attenzione ai bisogni di chi si rivolge alla nostra azienda, passione nel nostro lavoro, chiarezza nell'operato che realizziamo».

La “Vincenzo Continiello e figli” ha realizzato organi a canna utilizzati in Italia e fuori, dalla Puglia con la Basilica Concattedrale di Acquaviva delle Fonti in Puglia, fino ad Andong, in Corea del Sud, senza tralasciare alcune celebri Basiliche Romane nella città del Vaticano. Un prestigio che per essere preservato richiede un lavoro continuo e costante, per svolgere il quale diventa fondamentale l'apporto delle nuove leve.

I NOSTRI STRUMENTI SUONANO LA STORIA DELLE NOSTRE VITE

«Tutti i membri della famiglia Continiello – precisa Michele - non impongono mai ai propri figli di scegliere quest'attività, è qualcosa che nasce spontaneamente. Mio figlio si è appassionato al mestiere,seguendo il mio lavoro e, ora, si è già occupato di alcune riparazioni in giro per l'Italia. La cosa più bella di questo mestiere, mi ha confessato, è veder suonare e vivere qualcosa che hai contribuito a creare con le tue mani. La magia dell'artista e dell'artigiano risiede proprio nel dono della creazione e nella capacità di tramandare il destino di strumenti che hanno secoli di storia o che prima abitavano solo nella mente di chi li ha concepiti. E che, poi, diventano oggetti tangibili a disposizione di centinaia di musicisti».

«Il rapporto con Monteverde – conclude – è viscerale. L'azienda si alimenta di questi luoghi, del legame simbiotico col paese e con la natura che ha fatto da culla a tante generazioni di Continiello: quando creiamo un organo siamo consapevoli o, meglio, amiamo pensare che il nostro lavoro non si limiterà a dare lustro esclusivamente alla nostra azienda ma a tutto il paese. Una responsabilità e un orgoglio: amo ripetere ai miei figli che Continiello è Monteverde e viceversa».

Andrea Fantucchio