Ariano, la panoramica mostra la ruggine degli anni

Dalla fine degli anni 70 ad oggi, mai un intervento serio di manutenzione

Ariano Irpino.  

La strada pazza torna a far parlare di se e ancora una volta,  a causa del continuo distacco delle discese pluviali.

La panoramica resta una delle opere più imponenti della città priva però purtroppo di manutenzione sin dalla sua realizzazione avvenuta tra la fine degli anni settanta e il periodo del sisma dell’ottanta. Un anno fa prima dell’avvento della nuova amministrazione comunale, fu rivolto un appello da parte dei residenti al commissario prefettizio Elvira Nuzzolo, rimasto completamente inascoltato. Da qui una nuova richiesta di sollecito direttamente all’ufficio tecnico comunale affinchè possa essere effettuata una verifica tecnica sul viadotto.

Il Ponte mostra evidenti i segni del tempo, di una manutenzione mai avvenuta a distanza di circa trentacinque anni dalla realizzazione di quest’opera mastodontica. Il distacco delle discese pluviali in più punti del grande viadotto è il primo segnale di trascuratezza che balza agli occhi dei tanti automobilisti in transito su questa arteria che baypassa la città dalla zona Maddalena all’innesto di via Domenico Russo.  I canali di gronda e i tubi pluviali sono quasi tutti sospesi e in qualche caso inesistenti, con conseguenze e disagi notevoli durante le precipitazioni piovose.

Per non parlare del ferro ben visibile sulla struttura portante del ponte, anche qui usurata dal peso degli anni. Tutto è ben visibile dal basso e dall’alto. Come pure viene sollecitata ancora una volta una protezione a monte del viadotto, teatro purtroppo negli anni di eventi luttuosi.

Da mesi per motivi di sicurezza è negato il transito ai mezzi dell'Air con notevoli disagi per i tanti pendolari. (la foto si riferisce alle ultime corse prima del divieto di accesso). Ma colmo dei colmi, quelli dell'Amu, circolano liberamente. Un po come la caserma dei carabinieri, dichiarata sicura per l'Asl e non per i militari. Accade tutto e inspiegabilmente ad Ariano Irpino. 

 Gianni Vigoroso