Ariano Piazza Plebiscito gremita per l'incendio del campanile

Manifestazione in bilico fino alle ultime ore, poi l'esame sicurezza è stato superato

Tutto ruota intorno alle Sacre Spine della Corona di Cristo, custodite in due cilindri di cristallo incastonati in un prezioso ostensorio d’argento protetto in una teca di velluto rosso che Ariano venera e conserva gelosamente dal 1269...

Ariano Irpino.  

Gremita piazza plebiscito per l’attesissimo incendio del campanile, nel corso della prima delle tre giornate, nell’ambito della rievocazione storica del dono delle sacre spine.

Manifestazione in bilico fino alle ultime ore per le note disposizioni in materia di sicurezza. Ma alla fine il piano ha messo tutti d’accordo e l’esame è stato superato. Impegnati decine di uomini in piazza plebiscito, tra agenti, polizia municipale, carabinieri e volontari sotto il coordinamento del vice questore Maria Felicia Salerno, responsabile dell’ordine pubblico. Transenne, percorsi obbligatie e vie di fuga. Volontari equipaggiati tra la piazza e il vicino campanile in caso di incendio, altri collocati nei vari accessi.

La serata si è aperta con lo spettacolo teatrale a cura di “Accademia creativa, subito dopo l’attesissimo incendio del campanile.

Giancarlo Sicuranza, presidente associazione rievocazione storica del donno delle sacre spine: “E’ stata una bella emozione vedere una piazza così gremita, non è stato facile quest’anno promuovere un evento del genere, ma alla fine ci siamo riusciti, mettendo in atto tutte le misure di sicurezza necessaria, che ci sono state indicate. E ognuno ha fatto la sua parte. Oggi è la volta del grande corteo storico per le strade del centro partendo dal castello. E siamo certi che non mancherà il calore degli arianesi.”

“Mi sento di dover ringraziare il dirigente del commissariato di polizia di Ariano Irpino Maria Felicia Salerno afferma l’ambientalista e animalista Felice Vitillo - per aver limitato l’uso dei fuochi, sappiamo tutti cosa è accaduto negli anni scorsi in piazza e di aver vietato l’uso dei cavalli nelle scene relative alla battaglia. Ritengo che il piano di sicurezza sia stato perfetto. Sulla difesa degli animali, abbiamo portato a termine le nostre battaglie anche a Mirabella, Fontanarosa e Montecalvo e continueremo a seguire con la massima attenzione tutto questo.”

Le Sacre Spine, mistero affascinante degli arianesi, la cui invocazione avviene soprattutto durante calamità naturali, siccità, grandinate, terremoti e in qualsiasi momento di estrema difficoltà.

Gli anziani ricordano ancora il canto tradizionale: “Spina pungente ca pungisti lu miu Signore, pungimi stu core e pirdona lu piccatore. Pirdona mio Dio, perdona pi pietà e lu dono ca fece Cristo a la santissima Trinità.”

Nella rievocazione, in narra in pratica dell’inganno con cui i soldati disertori, entrati sul tricolle, da tempo assediato, nottetempo aprirono le porte della città all’esercito invasore, che barbaramente trucidò gli abitanti e incendiò il campanile e gli edifici accanto. Attraverso il Corteo Storico si vuole ricordare quando l’allora Vescovo Pellegrino, ricevette la donazione da parte di Carlo D’Angiò.

Tutto ruota intorno alle Sacre Spine della Corona di Cristo, custodite in due cilindri di cristallo incastonati in un prezioso ostensorio d’argento protetto in una teca di velluto rosso che Ariano venera e conserva gelosamente dal 1269. Non a caso, parallelamente al programma di eventi popolari si svolge anche un intenso calendario di appuntamenti religiosi. Il ricordo di tali reliquie ad Ariano è antichissimo,  riportabile al periodo angioino. Molti sono gli indizi che avvalorano la tesi che le Sacre Spine siano state consegnate da Carlo D’Angiò alla città quale premio per la fedeltà alla causa del Papa e per la distruzione patita.

Le reliquie preziose, delle Sacre Spine, rappresentano un tesoro inestimabile per la diocesi di Ariano Irpino - Lacedonia. Oggi di spine sacre se ne contano a centinaia. Monsignor Giovan Battista Alfano, nella sua opera Sante Spine della Corona di Nostro Signore Gesù Cristo, del 1932, ne ha citate 110, presenti nelle sole chiese italiane. Tra le più conosciute sono quelle di Santa Croce in Gerusalemme a Roma, che la tradizione vuole siano state donate da sant'Elena, le Sacre Spine di Fermo e quella venerata nella Cattedrale di Andria, dono alla città pugliese di Beatrice d'Angiò, figlia di Carlo II.

Gianni Vogoroso