"I nostri giovani meritano qualcosa di meglio"

Ieri a Mercogliano il convegno Unpli "Il Servizio civile: nuovi obiettivi, nuove strategie"

Mercogliano.  

E’ tempo di riflettere nel mondo del servizio civile nazionale: un percorso che porta i giovani italiani dai 18 ai 28 anni all’importante esperienza di entrare nella realtà del volontariato. Esperienza che talvolta incontra non poche criticità: dalle motivazioni alla qualità dei progetti, dal ruolo degli enti agli abbandoni. Per questa ragione il convegno: “Il Servizio civile: nuovi obiettivi, nuove strategie”, organizzato dall’Unpli Servizio Civile Nazionale e Unpli Campania e che si è tenuto ieri pomeriggio, 25 aprile, presso il Virginia Palace Hotel a Mercogliano, ha rappresentato un necessario momento d’incontro per stimolare il confronto e la condivisione su alcune tematiche e per migliorare la rete d’intervento.

Numerosi i formatori, progettisti e volontari dell’Unpli presenti al meeting. Bernardina Tavella, della Giunta Nazionale Unpli e Responsabile del Dipartimento S.C. Università e Scuola, ha collegato la memoria  della Liberazione al dibattito : «è un modo nuovo per festeggiare l’orgoglio della nostra società civile». Per Mario Perrotti presidente dell ‘Unpli Campania è tempo ormai di precisare e chiarire che il servizio civile nazionale rappresenta un’opportunità non un ammortizzatore sociale:« i nostri giovani meritano qualcosa di più e qualcosa di meglio».

Perrotti si è soffermato sull’uso due parole chiave, spesso abusate o temute dalla mediocrità dei discorsi pubblici: futuro e solidarietà sociale, «come Unpli ai nostri volontari abbiamo il dovere di comunicare come si deve vivere nel futuro». Ma il futuro è impensabile senza il recupero del passato, ed è per questo che l’Unpli Campania ha intenzione di avviare una progettazione in sinergia con un gruppo di ricerca del Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università Federico II di Napoli  sul recupero delle memorie di quelle comunità colpite dai terremoti su tutto il territorio nazionale negli ultimi cinquanta – sessant’anni: «contribuire a raccogliere la memoria di come eravamo è un dovere e un diritto» ha precisato il presidente dell’Unpli Campania. «Si tratta di una ricerca che grazie alle Unpli regionali interessate, intende mappare la memoria sismica dell'Italia a partire dalla voce collettiva di chi ha vissuto i disastri» ha spiegato la sociologa Annamaria Zaccaria dell’Università Federico II,  che insieme alla storica Gabriella Gribaudi, lavora da tempo al progetto dell’Archivio multimediale delle memorie, piattaforma che «si propone di raccogliere e diffondere le memorie individuali e collettive di eventi cruciali per la vita delle comunità e dei territori» e che contiene numerose testimonianze del sisma irpino del 1980. L’obiettivo è anche quello di rivalutare la memoria come risorsa per le buone pratiche e strategie di prevenzione e gestione del rischio. Competenze amministrative, sensibilizzazione della popolazione, comunicazione in situazione di crisi, costruzione di piani di emergenza:  sono dimensioni che, passando attraverso la memoria di esperienze vissute, tornano immediatamente funzionali alla messa a punto di piani di prevenzione, in termini strutturali e sociali» ha precisato la Zaccaria.

Un progetto, dunque, che, se approvato, risulterà utile sia al nostro senso di comunità sia alle istituzioni. Perchè è tempo di avviare una cooperazione con le agenzie formative e le Università. Un dialogo su questo va fatto ma aperto senza chiusure, per dare un futuro migliore ai nostri giovani, come quello di Greta Pedrini, giovane volontaria di Crema che ha lavorato durante il suo servizio civile ad una ricerca sulla memoria occultata dei luoghi di cura manicomiale nella sua città e che continuerà il suo percorso grazie all’Unpli.

E’ stato poi il turno di Raffaele Michele De Cicco, Capo Ufficio nazionale per il Servizio civile, che ha legato l’esperienza del volontariato alla messa in pratica dei valori fondanti la nostra Costituzione. Nel suo intervento ha elencato e ipotizzato le nuove prospettive per il SCN, spunti condivisi da Luigi Napolitano, commissario dell’Ept di Avellino che ha concluso il dibattito.

 Marina Brancato