Atripalda, La sala: sul caso truffa evitiamo drammatizzazioni

"Necessario che il sindaco faccia chiarezza sullo smantellamento degli uffici"

Atripalda.  

Riceviamo e pubblichiamo l'intervento di Raffaele La Sala, coordinatore "Piazza Grande", sul caso che ha travolto il Comune di Atripalda. 

"Comunque si voglia chiamare (bufera, terremoto, cataclisma, tsunami…) quello che si è verificato e che si sta verificando intorno alle note vicende giudiziarie che hanno travolto alcuni uffici (personale e finanziario) del Comune di Atripalda, merita una riflessione –per quanto possibile- fredda e perfino serena.

Ribadisco, perciò, che si debba evitare ogni forma di drammatizzazione e di spettacolarizzazione, ma soprattutto si debbano realizzare, con lucidità e fermezza, tutte le condizioni perché tali fatti (o eventualmente analoghi fatti) delittuosi non si verifichino più.

Nessuno può, allo stato, anticipare l’esito dell’iter giudiziario, e per quanto la pubblica opinione sembri già orientata a formulare verdetti di condanna, continuo a suggerire a tutti pazienza e prudenza. Che gli eventi non siano ancora chiari nella loro sequenza cronologica e nella loro connessione logica, e che le singole responsabilità debbano ancora essere delineate, se non ne attenua la oggettiva gravità, deve imporre un assoluto rispetto per il lavoro degli inquirenti e per la dignità delle persone non coinvolte.

Mi scuso se mi sento costretto a ripetere, ma alimentare attraverso un chiacchiericcio tendenzioso illazioni, coinvolgimenti non provati, relazioni ed interconnessioni personali, al limite ed oltre il limite della calunnia, mi pare un segno di grave irresponsabilità, una riprova di quella malinconica deriva che rende plumbeo il presente della nostra Città. Sono convinto che il pettegolezzo e una diffusa e generale caccia alle streghe non solo non aiutino la ricerca delle responsabilità (tutti colpevoli, nessun colpevole…), ma inquinino ulteriormente una situazione già piuttosto opaca di suo. Intanto, per dire, nessuno fa più mistero che lo scontro già divampato da quasi due anni tra amministratori e personale, si vada riattizzando da alcuni giorni fino ad una irreparabile rottura e che se questa investe anche la segreteria generale finisce per travolgere le ultime barriere a garanzia –secondo la legge- di legittimità e trasparenza. E sono più chiaro: se il sindaco e la giunta non hanno più fiducia nella segretaria generale, dott.ssa Clara Curto, hanno il dovere morale di denunciarlo alla Città, così come hanno il dovere di chiarire in ogni sede lo smantellamento dell’intero apparato amministrativo, che ha mortificato professionalità e competenze, in nome di infedeltà presunte, mai veramente spiegate. E varrà la pena di precisare che i dirigenti ed il personale rimosso e trasferito in ‘isolamento’ (la dr.ssa Katia Bocchino da responsabile del settore Affari generali, alle sole funzioni simboliche di vice segretaria; l’arch. Giuseppe Cocchi da responsabile del settore urbanistica a impiegato di anagrafe, insieme al geometra Eugenio Cecchini; il comandante della Polizia Locale dr. Domenico Giannetta, destituito dalla funzione), alcuni mesi prima della denuncia del 7 febbraio scorso (e dei provvedimenti amministrativi successivamente assunti) risultano del tutto estranei a coinvolgimenti e responsabilità soggettive ed oggettive. Che parrebbe di dover cercare altrove.

Insomma credo di poter concludere che il conflitto tra amministratori (Spagnuolo, friends e compagni pièdini) e il personale, più che correggere eventuale storture abbia prodotto due effetti altrettanto nefasti: 1. abbia distolto energie e competenze dalle necessarie funzioni di verifica interna e di controllo; 2. abbia portato alla paralisi dell’Ente. Che oggi, per assicurare alcune fondamentali funzioni amministrative e gestionali, deve ricorrere a consulenze esterne, almeno per i prossimi 4 mesi e salvo proroghe, fino al 30 giugno. Solo a margine diremo che tali consulenze ci costeranno circa 22.000 euro, bruciando in un colpo solo il vantato recupero di analoga somma, sulla sola voce annuale dei buoni pasto. Avremmo preferito anche in questo caso una maggiore prudenza, eventualmente attraverso il ricorso –in condizioni di eccezionalità- a funzionari della Prefettura, della Corte dei Conti, o della Guardia di Finanza, almeno per ribadire (dopo lo sgarbo istituzionale del mancato coinvolgimento della locale stazione dei Carabinieri) una esplicita fiducia negli organi dello Stato. Ma tant’è. A questo punto non possiamo che augurarci che le consulenze, così tempestivamente individuate, attraverso provvidenziali ed altrettanto tempestivi curricula pervenuti all’Ente (rispettivamente il 18 ed il 19 febbraio e acquisite al protocollo e nelle determine nn. 25 e 26 in pari data) siano state comunque attentamente valutate in ordine alla necessità, all’opportunità e che soprattutto producano i risultati attesi. Perché sarebbe veramente amaro dover constatare che eventuali coincidenze e accelerazioni procedurali –seppure nel formale rispetto di norme e regolamenti- non siano state per niente casuali".

Raffaele La Sala

coordinatore di “Piazza Grande”