"A chi appartieni" : omaggio alla famiglia Scola

Che tanto ha rappresentato per Trevico e per l’Irpinia

Le autrici Giuliana Caputo e Mariangela Cioria hanno preso spunto dalla dipartita dell’illustre personaggio per esprimere l’affetto incondizionato nei suoi confronti e per ricostruire la storia di Trevico...

Trevico.  

Il volume “A chi appartieni” vuol essere un omaggio alla famiglia Scola che tanto ha rappresentato per Trevico e per l’Irpinia, soprattutto per Ettore che ha fatto del “Cinema” la sua vita.

Il libro romanzato scaturisce dalla fulminea morte del regista e dall’amore che egli aveva per Trevico e la sua gente. A chi appartieni? È una domanda che probabilmente lo stesso Scola rivolgeva ai paesani che lo andavano a trovare sia a Roma che in paese per conoscere l’appartenenza al casato (o al soprannome) onde meglio comprendere il quadro dei componenti delle famiglie del luogo natio. Il bastone, riportato in copertina, è il simbolo di saggezza antica, di vecchiaia, di sostegno, di parentado, di lignaggio.

Le autrici Giuliana Caputo e Mariangela Cioria hanno preso spunto dalla dipartita dell’illustre personaggio per esprimere l’affetto incondizionato nei suoi confronti e per ricostruire la storia di Trevico.

 La famiglia Scola è una di quelle famiglie altolocate e nobili di Trevico. Essa, sin da tempi lontani, era alla ribalta nel paese. Facevano parte della famiglia: notai, avvocati, prefetti, militari di carriera, medici, cineasti, sindaci o podestà e anche artigiani come calzolai e falegnami. Tra gli ultimi personaggi il più noto è Ettore che ha dato maggiore lustro al paese e alla nazione.

La trama della storia romanzata si inerpica attraverso le fasi salienti della vita: nascita, infanzia vissuta tra gli agi di una famiglia benestante ma sempre in mezzo a gente, semplice e rispettosa, pure se circondata da un ambiente formato di tradizioni e pregiudizi. La caratteristica dei ragazzi è quella di trascorrere il tempo nella semplicità delle cose, nell’amore per gli amici e per il paese con… cibi abbondanti e genuini, ambi spazi liberi per giocare, nonché aria fine, pura e incontaminata. La trama continua con le feste religiose, la guerra, gli amori, il lavoro. 

È veramente bello vedere gente che si prodiga per il paese e altri che si attivano per riconoscerlo. Gli Scola hanno avuto a cuore le sorti del paese e come hanno potuto lo hanno sostenuto: vedi il campo sportivo, il progetto per la realizzazione della conduttura che doveva portare acqua nel centro abitato che trovasi a 1094 mt. sul l/m., l’aiuto medico o notarile ai residenti, il regalo del proiettore alla comunità, il sostegno morale alla ragazza madre, il film documentario “da Trevico a Torino” che mette in evidenza il disagio sociale di una generazione che, per trovare lavoro, è dovuta emigrare. E per finire la donazione della stessa casa al Comune di Trevico perché divenisse centro culturale di aggregazione per i giovani e gli anziani con il preciso scopo di conservare le tradizioni paesane.

Infine sempre a cura di Giusppe Iacoviello, la nota sulle autrici:

Giuliana Caputo con la sua fluente scrittura, elegante, genuina e determinata ci presenta luoghi e personaggi con i pochi elementi a disposizione. La sua immagine: un visino sorridente incorniciato in una capigliatura rossiccia quasi bionda, arruffata, alquanto ricciolina da cui brillano due occhietti vispi e indagatori per scorgere e capire cosa c’è dietro lo sguardo di chi la osserva. L’opera è ricca di fantasia. Poetessa e scrittrice di talento ha pubblicato 11 volumi tra poesie e romanzi. Oltre al presente, ricordiamo: Tra memoria e futuro (1994), Lettera di una professoressa (1998), Divina e diversa in tempi per versi (2005), l’azzurro oltre gli ulivi (2006). Dai suoi scritti emerge un ambiente irpino tutto da scoprire. Lei, nativa del Sannio, è figlia adottiva dell’Irpinia; vigorosa e creativa dà il meglio di sé.

Mariangela Cioria nativa di Vallesaccarda e trevicana di adozione. Appassionata di storia locale è alla ricerca continua di frammenti del vissuto per far emergere la storia del paese. A vederla non si direbbe. Sembra una persona affabile, mite e serena eppure è capace di rivoluzionare il mondo per raggiungere i suoi obiettivi. La cronaca la conosce per le sue opere. Ha già pubblicato lavori come: Trevico e i suoi figli (1999), Antichi mestieri della Baronia di Vico (2005), un mondo di sapori antichi (2009), Mestieri domani (2015), a parte i CD o DVD. Mariangela è alla ricerca continua di frammenti di notizie, ricette culinarie, racconti di arti e mestieri, foto e quant’altro, per ricostruire la storia locale. Gente del genere vanno apprezzate, amate e sostenute perché lasciano a noi e ai posteri un patrimonio inestimabile del vissuto di ieri e di oggi. Senza orgoglio del passato, senza la valorizzazione di quello che abbiamo non si possono nutrire speranze per il futuro.

Redazione Av