Decreti Madia, ora i furbetti rischiano il licenziamento lampo

Pene severe per chi striscia e non lavora

Il consiglio dei Ministri ha approvato i decreti «Madia bis» che integrano la riforma già in vigore e che erano stati bloccati dalla Consulta. Confermati anche i tagli alle partecipate, più tempo alle Regioni per decidere

Avellino.  

 

di Simonetta Ieppariello

 

Primo via libera del Cdm ai decreti «Madia bis» sul taglio delle partecipate e il licenziamento lampo per i «furbetti del cartellino». Sono i provvedimenti correttivi dei testi originari, già in vigore, che il Governo ha varato, dopo la sentenza della Consulta sulla riforma della Pubblica amministrazione e forte del’intesa con le Regioni. 

Provvedimenti tempestivi e severi, per debellare in maniera radicale e definitiva i casi dei dipendenti infedeli che timbrano e magari sono andati via, a svolgere altro, ma puntuali nel marcare ingressi e uscite. Li abbiamo visti sfilare su pagine di giornali e in tv, grazie ai filmati realizzati dalle forze dell'ordine impegnate nelle indagini che grazie alle telecamere nascoste, piazzate con destrezza, puntate sui dispositivi marca tempo hanno documentato le condotte in alcuni casi illecite. 

Si tratta di amministrativi comunali, dipendenti di pubbliche aziende o infermieri, medici, primari in altri casi. Dipendenti pubblici e infedeli che hanno riempito le pagine di giornali con le loro storie di ore saltate sul posto del lavoro statale. A Giugliano, praticamente, erano la metà dei comunali. A Salerno, all'ospedale Ruggi D'Aragona, erano un terzo dei dipendenti. Ad Avellino altri casi presso l'Asl, dove c'era chi strisciava e andava altrove.

Per i furbetti del cartellino la punizione rischia di essere delle peggiori. E prima che ottenga l'ultimo via libera, a giorni in consiglio dei ministri, la legge anti-furbetti firmata dal ministro Marianna Madia tenta di dare una svolta al caso dipendenti infedeli.

Sono i provvedimenti correttivi dei testi originari, già in vigore, che il Governo ha deciso di varare dopo la sentenza della Consulta sulla riforma della Pubblica amministrazione. Pronuncia che ha imposto l’intesa con le Regioni. 

Resta confermato tutto l’impianto della riforma: sospensione in 48 ore elicenziamento entro un mese per chi viene colto a strisciare il badge e andare poi a casa. Viene anche responsabilizzata nettamente la figura del dirigente che potrebbe rischiare a sua volta il posto, nel caso si accertasse l'omesso controllo. Nel 2015 sono stati 280 i lavoratori licenziati, in crescita di quasi un quarto rispetto all’anno prima. La gran parte (108) ha interessato assenteisti. Probabilmente l’annuncio della stretta si è fatto sentire, ma comunque finisce con la sanzione massima solo una parte ridotta dei procedimenti disciplinari aperti (oltre 8mila).

Intanto i dispositivi di controllo sono cambiate e diventati ineludibili. Solo per citare qualche caso c'è il Ruggi di Salerno dove si accede al proprio posto di lavoro solo con cartellini dotati di riconoscimento con impronte digitali. 

Ma la nuova legge prevede che entro 48 ore dall'accertamento della violazione può scattare immediata la fine del rapporto. E tutto entro 30 giorni. Con l'aggravio di un accertamento della Corte dei Conti che può chiedere al reo anche i danni. La causa è il danno di immagine della pubblica amministrazione.

Pochi giorni fa il commento e analisi sul fenomeno del procuratore generale della Corte dei conti della Campania per l'inaugurazione dell'anno giudiziario della magistratura contabile, riferendosi al caso dell'ospedale di Salerno.

In Campania molti casi, che si sono susseguiti in una rapida sequenza negli ultimi mesi. Nel polo sanitario salernitano era esploso il caso forse maggiore, soprattutto nei numeri.

In totale 840 assenteisti su 2848 unità lavorative totali. Di queste 215 posizioni sono state poi archiviate per la «particolare tenuità» del fatto perché a carico di alcuni la contestazione era di un singolo episodio. Ad oggi in otto sono i licenziati. 

A Giugliano l'altro scandalo dove c'era chi «strisciava» più badge,  qualcuno sbirgava faccende qualcun'altro magari andava a giocare al gratta e vinci.  A fine gennaio erano scattati cinquanta avvisi di garanzia. Come a Nola dove, il 24 gennaio, arrivò l'avviso di chiusura indagini per 63 dipendenti comunali che avrebbero barato sull'orario di lavoro. In corso c'è la commissione disciplinare per verificare i provvedimenti da adottare.