Emergenza lavoro, i numeri della disperazione

Il primo maggio in Irpinia. Si punta sulle grandi opere, vertenze accantonate

Avellino.  

Diecimila persone sul piede di guerra, pronte a far esplodere il conflitto sociale. Nell'immediata vigilia del primo maggio, i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil si sono soffermati sulla condizione di quei lavoratori che, per il 2014, hanno ottenuto un anno di cassa integrazione in deroga e, successivamente, una proroga di sei mesi. In tutto sono 30mila, ma di questi un terzo non potrà beneficiare di alcun ammortizzatore sociale al 31 maggio. Ancor più grave la condizione di 800 lavoratori in mobilità che da giugno in poi dovrebbero essere impegnati in lavori di pubblica utilità presso i Comuni, con un’indennità di circa 3000 euro distribuita nell’arco di sei mesi. Un quadro drammatico che non risparmia certo la nostra provincia dove, nell'ultimo anno, sono stati bruciati altri posti di lavoro.

La ripresa, al di là dei proclami di rito, resta lontana. L'attenzione generale sembra ora concentrata sulle grandi opere, a partire dalla stazione dell'Alta Capacità Napoli-Bari (ed in particolare della fermata di Grottaminarda) e la piattaforma logistica della Valle Ufita. Sfide ambiziose, ma proiettate nel futuro, che rischiano di far scivolare in secondo piano le emergenze quotidiane, le vertenze aperte da troppo tempo.

L'ultimo dato riguarda il record di cassa integrazione in Campania nel settore della vigilanza privata. Nel 2014, secondo i dati elaborati dall'Osservatorio Assiv-Confindustria, la nostra regione è al primo posto per il ricorso alla cassa integrazione in deroga, con 583mila ore autorizzate nel corso dell'anno, in aumento del 37% sul 2013 e a fronte di un totale nazionale di circa 900 mila ore. In crescita anche il ricorso alla cassa integrazione straordinaria, dove con 315.300 ore autorizzate (+ 170% rispetto al 2013) la Campania si colloca al secondo posto dopo il Lazio. La Campania, che conta 115 aziende di vigilanza con circa 5.700 addetti, è nei primi posti anche per quanto riguarda mobilità e disoccupazione. Il primato delle domande di mobilità è toccato alla provincia di Salerno con 369 unità, seguita da Napoli con 207, Benevento con 15, Avellino 9, Caserta 5. Fra le province campane è Napoli quella con il più alto numero di richieste di disoccupazione, pari a 232, seguita da Avellino con 192 e da Salerno con 160. Più distanziate Caserta con 82 domande e Benevento con 64. 

Marco Grasso