Vitalizi, Rotondi scrive a Renzi

"Matteo crede di vincere togliendo la pensione alla vedova Fanfani"

In politica non esiste la partita fuori casa: se parli degli argomenti di Grillo, e li santifichi, ha vinto lui...

Avellino.  

"Caro Matteo, il tuo ordine al Pd di riformare i vitalizi dei parlamentari ha una forza impressionante. Non è un mistero che molti tuoi deputati siano perplessi, e non già per difendere un loro privilegio (la riforma li riguarda poco); la perplessità nasce dal fatto che la riforma ha una serie di vizi".

Lo scrive il segretario nazionale di Rivoluzione Cristiana, Gianfranco Rotondi, in una lettera a Matteo Renzi, pubblicata sull'Huffington Post. "Proviamo ad elencarli - argomenta Rotondi - il primo, è incostituzionale, e lo dicono in privato anche i proponenti che tuttavia sperano di lucrarne un vantaggio elettorale, pur se poi la Suprema Corte dovesse ripristinare i diritti cancellati; secondo, si dimezzano i vitalizi già in essere intervenendo da un giorno all'altro su storie e progetti di vita, mutui, debiti, famiglie di persone che saranno anche la casta, ma sono la classe dirigente parlamentare di questa Repubblica: è un precedente inquietante, d'ora in poi chi vince le elezioni riscrive diritti e prerogative, come in alcune Repubbliche africane; terzo, la riforma non si inquadra in un progetto globale, che sarebbe accettabile ed anche auspicabile, ad esempio tagliare tutte le pensioni elevate, per sostenere un vitalizio di cittadinanza a tutti i cittadini (l'emergenza sarà presto la vecchiaia indigente di chi non ha sufficienti contributi versati).

A queste legittime perplessità - osserva il leader di Rivoluzione Cristiana  - tu opponi i mercati del sabato mattina, spalleggiato nel centro destra  dalla mia amica Mariastella Gelmini che fa proprio questo esempio:"Nei mercati la gente ci dice che siamo privilegiati, basta rifacciamoci un'immagine". Peccato che non sia facile:non sarà questa riforma a salvare la credibilità di una classe politica, che si è consegnata - me compreso - agli umilianti spettacoli trash sui privilegi della politica, partecipando ad un coro a tema unico, che è la base di massa del successo elettorale di Beppe Grillo. "Sfideremo Grillo sul suo terreno" prometti tu. Eh no, caro Matteo, sul suo terreno vince Grillo. In politica non esiste la partita fuori casa: se parli degli argomenti di Grillo, e li santifichi, ha vinto lui. Tu, caro Matteo, sei l'erede dei partiti della Repubblica  riuniti nel Pd. Stai cambiando ragione sociale, ma tardi: come nella campagna referendaria ti stringi negli abiti dell'antipolitica e scoppi, quei mantelli scendono bene solo sulle liste grilline senza corpo. Tu un corpo ce l'hai, ed è la storia di generazioni di dirigenti politici, a cui la Costituzione ha assicurato sicurezze e forse privilegi, ma per rischiare le loro vite, le loro professioni e la tranquillità delle loro famiglie per il bene comune. Questo stai stracciando, caro Matteo, e non te ne tornerà alcun vantaggio. Mi dispiace per te, Matteo - conclude Rotondi - perché sai che ti stimo e non appartengo certo alla schiera dei tuoi odiatori seriali. Temo che questo tuo gesto consegni a Grillo la vittoria morale, quella elettorale seguirà, preceduta e scandita dai veleni di questa infinita campagna elettorale. Nè il popolo incendiato da Del Debbio e Giordano rinuncerà a votare Grillo per sostenere te o la mia amica Mariastella Gelmini. Men che meno lo farà, perché avete dimezzato il vitalizio ad Assunta Almirante e a Maria Pia Fanfani".