Foti chiede scusa: l'uomo ha preso il posto del sindaco

Il primo cittadino in aula spiega le ragioni che lo avevano spinto a minacciare le dimissioni

Devo certamente scusarmi con gli avellinesi che, in questa fase così critica per la città, hanno bisogno di avere certezze amministrative e politiche. Il livello di degrado nelle relazioni personali può giungere a quote inimmaginabili

Avellino.  

Un uomo emotivamente provato che vuole chiedere scusa e provare a riconquisare la fiducia della città e dei suoi collaboratori. Il sindaco Paolo Foti arriva in aula e chiede scusa agli avellinesi  dopo l’annuncio di dimissioni, l'ennesimo, che la scorsa settimana aveva disorientato tutti.

Un vero e proprio mea culpa quello pronunciato dal primo cittadino  in apertura della seduta di consiglio comunale questa sera. 

Questi alcuni passaggi essenziali del suo intervento. 

“Lo stretto confine tra l’aspetto umano e quello istituzionale, in alcune occasioni, è stato da me valicato senza che l’esternazione del mio pensiero passasse attraverso il filtro dell’autocontrollo e della necessaria analisi delle conseguenze politico – istituzionali che le mie parole avrebbero avuto.

Il flusso delle emozioni, il disagio nell’assistere a consigli comunali in cui interventi di consiglieri seduti nei banchi della maggioranza sono stati, molto spesso violenti, tutti centrati sulle offese personali assolutamente infondate, mi ha indotto a valicare quello stretto confine ed è prevalso l’uomo, con la sua impulsività che in politica è sicuramente una debolezza.

Spesso l’uomo ha preso il posto del sindaco, e di questo sicuramente faccio ammenda; ma credo che anche questo modo di interpretare un ruolo istituzionale in un mondo, quello della politica, in cui difficilmente si dice quello che realmente si pensa, può essere ritenuto una garanzia di lealtà, onestà intellettuale e trasparenza”.

Devo scusarmi con tutti voi, con gli Assessori che supportano il lavoro di questa amministrazione con dedizione ed abnegazione, e con il Consiglio Comunale per aver creato ulteriori difficoltà per aver generato disorientamento ed incertezza.

Devo certamente scusarmi con gli avellinesi che, in questa fase così critica per la città, hanno bisogno di avere certezze amministrative e politiche.
Chiedere scusa può essere un gesto rivoluzionario, se sincero e sentito, in quanto rompe gli schemi e comporta anche per chi lo fa una sorta di autoanalisi.

Il presupposto imprescindibile di questa analisi è valutare, da parte mia, quale onore sia per me essere il sindaco di Avellino. Ma vi posso garantire che vivere il contesto nel quale mi trovo ad operare da sindaco non è affatto facile per chi, come me, aveva conservato il ricordo di anni in cui il rispetto reciproco prescindeva i ruoli e gli schieramenti, il diritto alla critica ed anche la più strenua e forte opposizione politica, che non cedeva mai il passo alla violenza verbale, all’annientamento infondato di una persona, all’offesa gratuita accompagnata non di rado dallo sghignazzamento e dall’allusione.

Se a questo si aggiungono le quotidiane difficoltà, alcune gravissime, che bisogna affrontare in un clima sempre emergenziale, la pressione giunge a livelli veramente intollerabili.

Il livello di degrado nelle relazioni personali può giungere a quote inimmaginabili e perciò ancora più desolanti. Chi, sedendo nei banchi dell’opposizione e quindi legittimamente, diversamente da altri, esercita il suo ruolo ribadendo sempre in premessa stima personale e amicizia antica poi firma una missiva, quale capo delle opposizioni, in cui vi è un esercizio esemplificativo e significativo di quello che la comunicazione, anche tra avversari politici non dovrebbe essere.

In conclusione sono convinto che, nel mio ruolo, dovrò essere più accorto per il futuro e mai più consentire all’uomo di avere il sopravvento sulla compostezza istituzionale che deve caratterizzare il ruolo che ricopro in quest’aula e in questa città, anche nell’interesse di chi la governerà dopo di noi.

La dignità di questo consiglio comunale, del ruolo istituzionale di consigliere comunale sta nella nostra responsabilità, con livelli e quote certamente diverse ma, ne sono convinto, sta in capo a tutti noi”.