"Non ho diretto la Scala, ma stia zitto chi ha lasciato guai"

Il presidente del comitato di gestione del Teatro Caputo replica a Cipriano: aspettiamo la Procura

Avellino.  

di Pierluigi Melillo

Difficile tenersi fuori dalla bufera che travolge il Teatro dopo accuse e polemiche. Il presidente del comitato di gestione del “Gesualdo”, Antonio Caputo, vorrebbe mantenere quel tono soft che l'ha sempre contraddistinto nel suo impegno amministrativo. Ma quando gli riferiscono le accuse lanciate dall'ex presidente del Teatro Luca Cipriano non può fare a meno di replicare a muso duro. “Dispiace che vengano utilizzati certi toni, anche perché – dice Caputo - sulla gestione passata del Teatro vorrei ricordare che ci sono ancora degli accertamenti in corso da parte di Procura e Corte dei Conti. Ma non accetto che si dica che noi del comitato siamo inermi o incapaci”.

Perché siete finiti nel mirino da qualche tempo?

“Abbiamo una funzione che non tutti hanno capito. Dobbiamo controllare e gestire il Teatro cercando di delineare la cornice giuridica dell'organismo che poi dovrà occuparsi del definitivo rilancio del Gesualdo. Ripeto, ci sono accertamenti in corso e mi tengo fuori da vicende che riguardano il passato. Aspettiamo le risposte ufficiali nelle sedi opportune”.

Vi accusano di non essere all'altezza e di non rendervi conto che il Teatro oggi è chiuso. Cosa dice?

“Il fatto che il sindaco e il comune abbiano deciso di liquidare l'istituzione non è stato un vezzo ma quasi un atto dovuto. Ci sono state delle irregolarità gravi dal punto di vista contabile. Sulle questioni di merito mi astengo. Da parte nostra, ripeto non siamo fermi: abbiamo già messo in campo delle iniziative poi toccherà alla giunta decidere”.

Ma voi che funzioni avete? Anche nel rapporto con l'amministrazione comunale ci sono delle difficoltà. Perché?

“Noi stiamo facendo il nostro lavoro, stiamo sollecitando gli amministratori a intervenire. Siamo in ritardo per gli abbonamenti e la nuova stagione. La giunta dovrà assumere delle decisioni in tempi brevi. Le critiche le accetto ma ora basta”.

Gli intellettuali accusano: il Gesualdo così non ha un'identità, serve una vera direzione artistica. Cosa risponde?

“So bene che non ho mai diretto il Bolshoi o la Scala ma non siamo un comitato di sprovveduti. Noi vogliamo una stagione teatrale che sia all'altezza del passato, abbiamo uno dei teatri più importanti del Sud. Tanti abbonati e appassionati ci chiedono di fare presto. Tocca alla giunta dare delle risposte. Ma sia chiaro: non possiamo creare un gigante dai piedi d'argilla, la questione finanziaria è prioritaria e senza dubbio il comune ha sempre fatto la sua parte”.