Comunali, Graziano: «Abbiamo contribuito a liberare Quindici»

Dopo mesi di silenzio torna a parlare l'ex assessore: Santaniello credeva di essere un imperatore

Quindici.  

Più che i comizi finali, quelli che si sono conclusi in piazza Municipio da una decina di minuti, l'ultimo giorno di campagna elettorale a Quindici, probabilmente, sarà ricordato per le dichiarazioni dell'ex assessore comunale Carmine Graziano, che torna a parlare attraverso una nota che affida a noi di Ottopagine. Il 26 gennaio scorso, dopo 9 anni e 9 mesi di amministrazione insieme, Graziano firma la sfiducia e decreta la fine anticipata della seconda consiliatura di Liberato Santaniello. L'ex assessore non è mai entrato nel dettaglio di quella scelta. Lo fa ora, in occasione dell'ultimo appello al voto dei candidati alla carica di primo cittadino. Un'ulteriore 'sgarbo' al suo ex sindaco, che ad ogni modo non è stato tenero con i dimissionari in recenti interventi a mezzo stampa.

«Il 26 gennaio di quest’anno ho deciso di interrompere il cammino amministrativo che avevo intrapreso 10 anni fa. Tale decisione scaturì dalla consapevolezza che erano venuti meno i presupposti per proseguire l’esperienza politica e di conseguenza anche la mia permanenza nel Consiglio Comunale. A distanza di 9 anni e 9 mesi gli impegni sono stati disattesi e si è accentuato il distacco con i cittadini, semplici consumatori finali di decisioni prese dai soliti “addetti ai lavori”, aggravando così il crescente ed inarrestabile disincanto della comunità elettorale. Anche io, nonostante abbia sempre svolto il ruolo di Assessore prima e Consigliere dopo, con grande impegno e passione, mi ero ritrovato ad essere protagonista di un modo di fare politica che non mi apparteneva».

«Consapevole di non essere riuscito, non per mia volontà, a tradurre in azioni concrete ciò che mi ero ripromesso e, soprattutto, che avevo promesso agli elettori, con grande senso di responsabilità ed onestà, ho ritenuto giusto terminare la mia parentesi politica - prosegue Carmine Graziano nella sua nota - Ho lasciato, poiché il “Padre”, come lui si definisce, è stato insensibile ai miei continui appelli, suggerimenti e proposte, ma soprattutto si è reso responsabile della mancata creazione di un vero gruppo politico, coeso e responsabile in cui venissero valutate democraticamente le proposte di tutti, con la stessa valenza. Le mie dimissioni sono da attribuire, inoltre, alla scarsa comunicazione e informazione, a causa delle riunioni limitate o di “comodo”, per notificare soluzioni già discusse. Ho ritenuto con ciò, che era venuto a mancare un sano confronto di idee e che si siano alimentati contrasti interni mai sanati».

«Il 20 maggio viene pubblicata l’intervista dei candidati a Sindaco, nella quale sono attaccati i consiglieri di maggioranza che, dimettendosi, hanno “liberato” Quindici da un uomo pericoloso per sé e per gli altri, un portatore di distruzione all’interno delle famiglie, un calunniatore e soprattutto un grandissimo bugiardo, e sottolineo grandissimo bugiardo. Quest’uomo si ritiene dispensatore di case e di soldi quando da 10 anni e forse più ha sempre camminato senza portafogli, facendosi pagare da chi di turno camminava con lui, anche un semplice caffè. Quest’uomo possedeva sempre un telefono privo di ricarica telefonica per cui sempre pronto a strappare a chi poteva anche telefonate, purché a pagare non fosse lui».

«Hai detto che eravamo poco professionali, eh si, se per te professionalità significa sottostare a tutto quello che dicevi o facevi, per noi era dittatura, la causa di tutte le guerre nel mondo, perciò la nostra dignità ci ha portati a ridare la democrazia al nostro Paese. Ricordo il tuo motto “Dividi e Comanda”, che era la massima su cui è stato costruito e retto l’Impero Romano…….. forse credevi di essere Imperatore? A te che mi offendi solo perché non ti vado a "genio", sappi che si può essere diversi da te, pensarla diversamente da te e non per questo essere sbagliati o peggiori di te! A te che mi calunni e mi attribuisci colpe che non ho, sappi che non ti basterà la vita per saldare il conto! A te, che credi di essere tanto avanti, ma in realtà per stare al passo ti arrampichi sugli specchi e con affanno raccogli solo magre figure cadendo sempre più in basso! A te, che ti senti superiore ricordati; la superiorità si dimostra con il cervello, ammettendo colpe, limiti e fallimenti. Mentre chi nega l'evidenza, anche di fronte a chi sa la verità, cerca solo di ritirare su la maschera ormai caduta da un pezzo! Avrei ancora tanto da dire. Non mancherà l’occasione».

 

Faro