Gargani: «Recuperiamo il ruolo della politica»

Successo per la presentazione a Roma del libro del politico irpino

Avellino.  

«La politica è sempre più assente dalle questioni del Paese e questa non è una cosa ineluttabile alla quale ci dobbiamo rassegnare. E’ di qualche ora la notizia che un giudice monocratico ha dato legittimità al neo presidente della Campania De Luca e si è fatto carico di garantire la permanenza del consiglio regionale, cioè del responso degli elettori. Una supplenza così marcata non si era ancora avuta e questo non è colpa del destino ma della incapacità della politica a risolvere i problemi». Così Giuseppe Gargani, nel corso della presentazione del suo libro “Io e il Partito” curato dalla giornalista Rosy Cefalo (ed. Il Papavero), che si è tenuta ieri sera (2 Luglio) a Roma presso la Sala del Refettorio di Palazzo San Macuto. Per l’editorialista de La Stampa e moderatore del convegno Marcello Sorgi: «Gargani è tra i maggiori esponenti di quella scuola di pensiero che ho un po’ ha fatto la storia del nostro Paese, i politici irpini si distinguevano perché erano radicati sul territorio e per la loro sostanza culturale». Per il presidente della prima commissione Affari Costituzionali della Presidenza del Consiglio e Interni Francesco Paolo Sisto: «il libro è di una attualità straordinaria perché si utilizza il passato per uno studio rigoroso del presente e per dare una visione e una idea del futuro. Gargani con una lente critica si aggira tra i luoghi della politica come un viaggiatore attento attraversando gran parte della storia del nostro Paese fino ad arrivare alle ultime la politica italiana».  Tra i tanti casi, la vicenda di De Luca: «L’autore ne parla ampiamente nel suo libro - ha ricordato Sisto - il caso De Luca rappresenta un pessimo esempio di come in un Paese civile si possano creare dei problemi che non devono assolutamente nascere, tutto questo mortifica la politica». Una testimonianza importante e sotto diversi punti di vista preoccupante della degenerazione dell’attuale scenario politico e che ha trovato una piena condivisione da parte di Miguel Gotor storico e senatore Pd. A sottolineare l’importanza della seconda parte del libro che parla dei temi della giustizia è stato l’ex segretario nazionale del Partito Popolare Italiano Pierluigi Castagnetti: «ragionamenti raffinati a cui Peppino Gargani ci ha abituato ormai da lunghi anni». Il presidente emerito della Corte Costituzionale Cesare Mirabelliha sottolineato il difficile momento della politica sia da un punto di vista istituzionale che nei suoi rapporti con la pubblica opinione: «In questi anni si è passati da personalità di grande spessore a autentico personalismo - ha detto Mirabelli - e qualche volta personalismo addirittura minuto. Ha ragione Gargani quando dice che la sostanza culturale viene prima della politica». Tra i presenti in sala, il responsabile della Formazione di Forza Italia Alessandro Cattaneo, l’on. Gino Alaimo, l’on. Gerardo Bianco, l’ex direttore generale della Rai Ettore Bernabei e l’editore de Il Papavero Donatella De Bartolomeis. Il professore di Storia contemporanea presso la “Sapienza” Vincenzo Pacifici ha messo in risalto il ruolo determinante del libro nel porre in evidenza la difficoltà della politica e si è congratulato con Gargani «per la difesa ad oltranza dell’appartenenza politica, delle identità ribadite ma disperse».

 

 

Redazione