I 13 segretari irpini scrivono a De Luca: prima l'ambiente

Nella lettera chieste tutele e garanzie per l'ambiente

Lo sforzo, che necessita, quindi, deve essere quello di immaginare “nuove” convenienze ad usare quei luoghi ed a trasformarli

Gesualdo.  

Tredici segretari di Circoli del Partito Democratico irpini, dopo l'incontro di domenica scorsa a Gesualdo, hanno scritto al Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, per richiedere l'attuazione esecutiva delle norme di tutela ambientale previste dal P.T.R.. Una soluzione quella auspicata quale risposta di metodo alle emergenze ambientali che caratterizzano la provincia di Avellino.
 
Di seguito il testo completo: 
Gent.le, Presidente De Luca
In quanto Segretari di Circoli del Partito Democratico in Irpinia, ora che si è concretizzata la conclusione della jattura rappresentata dal governo Caldoro in questa Regione, ora che, finalmente, al nostro impegno di Democratici si apre la possibilità della proposta e non più solo dell'opposizione, pur se costruttiva, ci preme rappresentarle e affidare alla sua attenzione, la priorità maturata dall'intenso impegno condotto con la comunità irpina ed in dialogo con i comitati civici, sui temi ambientali relativi al nostro territorio, e più in generale alle aree interne della Campania.
Priorità che, nonostante, gli sforzi dei nostri rappresentanti istituzionali, nella passata legislatura non si è voluto far diventare oggetto di attenzione politica.
L’Irpinia non è “Terra dei Fuochi”, sarebbe facile, anche per un partito a vocazione di governo, nascondersi dietro questa espressione forte nella speranza di poter raccogliere consenso o drenare fondi. L’Irpinia, però, soffre comunque di molte e gravi emergenze ambientali che non sono frutto di “estranei cattivi” che occultano ai “buoni inconsapevoli” vagoni di inquinamento. Le contraddizioni ambientali, in Irpinia, sono tutte figlie di uno scollamento storico tra speranze da realizzare e azioni scelte per realizzarle.
Conseguenze di modelli di sviluppo “presto, tanto e subito” che ha accomunato sia le classi politiche elette che le comunità chiamate ad eleggerle, ri-unite nella coltivazione di contraddizioni di sistema.
Risultato, è che le nostre “aree naturali”, insieme a quelle delle “produzioni d'eccellenza”, sono uno dei simboli dell’assenza di un metodo, di una pianificazione senza larghe visioni.
Quotidianamente, apprendiamo di emergenze quali: “dissesto idrogeologico”, “operatori forestali”, “cinipide”, “trivellazioni petrolifere”, “risorse idriche”, “inquinamento”, come se, questi, fossero singoli problemi, per i quali inventare risposte singole.
???La necessità, che sentiamo, invece, è esattamente contraria. Occorre ri-unire questi temi e pianificarli in una
?visione unica. Di metodo. Sottraendoli all'approssimazione, alla ricerca del “finanziamento” quale obbiettivo e non strumento, alla frammentazione delle miriadi di interventi che vagano tra il romantico, l’inutile ed il dannoso.
Anche dietro parole importanti e condivisibili (anzi auspicabili) come: “forestazione”, “sentieristica”, “ingegneria naturalistica”, “sistemazione idraulica”, “viabilità rurale”, ci sono milioni di euro spesi per progetti di opere sovradimensionate, invasive, lesive degli ecosistemi, nel migliore dei casi, inutili.
Dietro la parola “sviluppo”, poi, si può nascondere un mondo intero, fatto di opportunismo e speculazione.
Tante delle emergenze che viviamo o che abbiamo dovuto arginare durante lo sciatto quinquennio del Centrodestra in Campania, potrebbero non essere mai sorte, se allo strumento di pianificazione regionale, il Piano Territoriale Regionale e alle sue Linee Guida per il Paesaggio, fosse stato permesso di promuovere, realmente, “il paesaggio come priorità politica” e di avere una esecutiva “funzione di orientamento strategico”.
Rendere esecutivo il PTR Campania, nelle sue linee guida di tutela ambientale.
Questa, la priorità emersa, il filo rosso che ha legato le tante azioni sui temi ambientali svolte dai nostri Circoli, attraverso il Forum PD - “Ambiente e Comunità”, a contatto con le nostre comunità e con quelle extraprovinciali ed extraregionali, con cui, tante volte, ci siamo trovati abbracciati nel paradossale destino di “Area interna”. Realtà troppo spesso considerata “stanza di servizio” del “salotto buono” metropolitano.
Il timore che la rigidità dei vincoli di tutela ambientale si scontri con un uso libero (se non spregiudicato) del territorio, ha creato le condizioni per una generale assenza dei nostri territori di pregio ambientale, eccellenza agricola o enogastronomica, come pure, di rischio sismico ed idrogeologico, di pianificazioni di tutela.

Davanti ad emergenze di gestione ambientale quali: nuove ipotesi produttive, strutturazione del ciclo dei rifiuti, del ciclo energetico, però, esplode la incompatibilità, vera o presunta, di queste nuove previsioni con le caratteristiche proprie dei territori.
La verità è che, pur di lasciare intatta la possibilità “elettorale” di concedere o negare un “permesso a fare”, si sono lasciati interi territori nella totale approssimazione legislativa.
Per tanto, come già proposto, nella passata legislatura, proprio attraverso le azioni del Forum “Ambiente e Comunità” del PD provinciale ed evidenziate con la mozione del 5/11/2014 (si allega), prime firmatarie le onn. Giulia Abbate e Rosetta D'Amelio, riteniamo necessario un intervento Regionale, per realizzare, finalmente:
a) la individuazione delle aree ad alta valenza ambientale e produttiva/ambientale
b) l'attuazione di tutele verso le aree di produzioni agricole di pregio
c) la ri-definizione dei parchi regionali e delle aree contigue
d) realizzare la messa in rete delle aree protette

Le ragioni della formazione di una Comunità sono da ricercarsi nel bisogno primordiale di riunirsi per meglio affrontare le necessità umane, sociali e produttive. Nel momento in cui le variabili della storia rallentano la convenienza alla convivenza iniziano a venir meno anche le ragioni dell’esistenza della comunità stessa, quale aggregato di uomini, azioni e luoghi che li accolgono. Così, ha inizio il degrado dei luoghi, lo svuotamento dei paesi.
Lo sforzo, che necessita, quindi, deve essere quello di immaginare “nuove” convenienze ad usare quei luoghi ed a trasformarli. Non certamente nella oleografica conservazione o preservazione di un ricordo ma stimolando nuove funzioni, realmente produttive, che possano integrarsi con le caratteristiche del territorio. Sempre, però, con l’attenzione, necessaria a impedire gli opportunismi speculativi.
Il limite tra la distruzione dei territori e la loro mummificazione è assai flebile. La riconoscibilità di questo limite ed il suo rispetto, devono essere l’obiettivo della politica.
Perchè la politica che noi vogliamo rappresentare anche attraverso lei, sia quella del fare e non dell'annunciare, occorre che questo avvenga.
???
I sottoscritti, Segretari di Circolo:
• Virginio D'Adamo
• Gianni Romeo
• Sabatina D'Avanzo
• Armando Sturchio
• Pasquale Iannuzzo
• Emilio Caggiano
• Mirko Iorillo
• Giacomo Marino
• Salvatore Petito
• Giuseppe Iuliano
• Marcello Rocco
• Claudio Mazzone
• Vincenzo Di Marino
Circolo Partito Democratico di Gesualdo
Circolo Partito Democratico Laboratorio Democratico (AV) Circolo Partito Democratico di Baiano
Circolo Partito Democratico di Caposele
Circolo Partito Democratico di Fontanarosa
Circolo Partito Democratico di Mirabella Eclano
Circolo Partito Democratico Montecalvo Irpino
Circolo Partito Democratico di Montemarano
Circolo Partito Democratico di San Lucia di Serino
Circolo Partito Democratico di San Michele di Serino Circolo Partito Democratico di Serino - “E. Berlinguer” Circolo Partito Democratico di Senerchia
Circolo Partito Democratico di Villamaina