Autonomia differenziata, Petracca: "Uno scempio, cosi Italia a doppia velocità"

Il consigliere regionale dem: "Tutti chiamati alla mobilitazione"

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La nota

Avellino.  

L’approvazione da parte del Senato del disegno di legge Calderoli sull’autonomia differenziata è la conferma più evidente di come il governo Meloni lavori scientemente per picconare l’unità nazionale a danno, ovviamente, del Mezzogiorno d’Italia. E’ il coronamento di una strategia avviata già nei mesi scorsi, anticipata da provvedimenti altrettanto vergognosi, dalle linee guida sul dimensionamento scolastico – scure che decapita la dirigenze scolastiche in particolare nelle aree interne e svantaggiate – al blocco del Fondo di Sviluppo e Coesione, miracolosamente operativo al Nord, dolosamente fermo per le Regioni del Sud.

L’autonomia differenziata a trazione leghista dà di fatto il via libera ad un Paese a doppia velocità su temi cruciali, a partire dalla sanità, certificando la vulgata insopportabile di un Meridione parassita, inefficiente e sprecone e rafforzando il tristissimo fenomeno della fuga dei cervelli. Perché un medico o un infermiere dovrebbero decidere di restare al Sud se, a parità di lavoro, i loro stipendi sarebbero così spudoratamente inferiori a quelli dei colleghi che prestano servizio al Nord? E questo varrebbe per tanti altri casi e altre circostanze.

Un po’ fanno sorridere, ma fanno anche parecchia rabbia le difese d’ufficio da parte degli esponenti di governo meridionali o da parte dei parlamentari di questa maggioranza eletti al Sud, peggio ancora da parte di esponenti locali dei partiti di governo, alcune nemmeno richieste o necessarie. Da donne e uomini del Sud che militano nel centrodestra mi sarei aspettato una levata di scudi perché prima delle appartenenze politiche vale la rappresentanza purtroppo svuotata di valore e di senso da una legge elettorale che di fatto consente di nominare i parlamentari e non di eleggerli democraticamente attraverso i faticosi percorsi di militanza politica.

Bene ha fatto il governatore Vincenzo De Luca ad avviare una campagna di mobilitazione contro questo scempio, chiamando a raccolta tutte le forze e le energie vitali della nostra società, sollecitando la reazione in particolare degli amministratori locali. Serve il contributo di tutti, ciascuno per il ruolo e la funzione che svolge.

L’auspicio è che, oltre alla Regione Campania, anche dalle altre Regioni meridionali, al di là della vicinanza politica a questo governo, arrivi una reazione forte e ferma a questo provvedimento. Serve un muro di popolo per evitare il baratro di un’Italia spaccata in due in cui si alimentino discriminazioni territoriali insopportabili, inique, anticostituzionali.