Giordano attacca Foti: non c'è più una maggioranza

Dibattito di Sel sulla crisi della città. Il deputato: il sindaco è inadeguato

Avellino.  

La crisi che sta vivendo la città e il suo bisogno di governo. Di questo si è parlato ieri sera al Circolo della Stampa di Avellino, nell’incontro-dibattito organizzato dal circolo di Sel. Al tavolo dei relatori il segretario provinciale Raffaele Aurisicchio, che ha introdotto i lavori, quello cittadino, Roberto Montefusco, Amalio?Santorio del Centrosinistra Alternativo, e il deputato e consigliere comunale Giancarlo Giordano. Mentre tra il pubblico, piuttosto interessati e pronti a dare il proprio contributo alla discussione, Marco Cillo (Libera), Nadia Arace (consigliera comunale Pd), Fiorentino Lieto (Cgil), Silvio?Sarno (Irpinia 360), Giovanni Bove e Francesco Todisco (circolo Foa del Pd).

«Avellino è una città che fatica a vedere il proprio futuro - ha esordito Montefusco - non si riesce a fare un passo avanti e le sofferenze, segnate da altrettante ferite, sono evidenti e visibili. Non si possono continuare a chiedere sacrifici ai cittadini se non c’è una prospettiva». A rincarare la dose, il deputato Giordano, autorevole voce critica nell’assise comunale tra i banchi dell’opposizione: «Cosa manca all’amministrazione Foti? Un progetto, la visione d’insieme e la capacità di intercettare i bisogni dei cittadini. In più l’intelligenza di comprendere che è arrivato il momento o di staccare la spina o di mettere in campo una reazione vera. In questi due anni circa di amministrazione abbiamo sentito parlare di fase uno, fase due, presto arriverà la fase tre, dimissioni del sindaco, del suo vice, del capogruppo consiliare del Pd... Una confusione mai vista».

Poi un passaggio alla luce dell’ultimo consiglio comunale: «Non so più neanche se c’è più una maggioranza. Del resto ad ogni provvedimento importante escono fuori dall’aula 8,9,10 consiglieri che dovrebbero sostenere il sindaco e il suo preteso sforzo». Infine, un passaggio sulle tre priorità per la città: «Innanzitutto l’organizzazione dei lavori pubblici, la città sta soffocando. Quindi trovare risposte pratiche che la rendino più vivibile. I lavori vanno fatti ma andrebbero anche finiti ogni tanto... In secondo luogo, riprendere la partita dell’Urbanistica che è il futuro della città, attraverso quel piano strategico che da tempo giace in qualche segreta stanza. E poi un chiaro investimento sui servizi al cittadino: quelli sociali e una più stretta collaborazione con i presidi sanitari che vivono slegati dalla nostra comunità».