De Mita a Renzi: io non rincoglionito. Tu consigliere comunale

Ieri sera un confronto ricco di colpi bassi. E frasi indimenticabili

Su La7. Si parlava di riforma costituzionale, ma il discorso ben presto è virato altrove. E si è arrivati alle offese politiche fra presente e passato. Anche quello remoto.

Avellino.  

 

di Andrea Fantucchio

Un confronto pieno di colpi bassi quello andato in onda ieri sera su La7 fra il premier Matteo Renzi e il presidente Ciriaco De Mita.

E chi si aspettava di vedere un rottamatore e un rottamato ha dovuto ricredersi. Il senior della Prima Repubblica tiene ancora botta. Confermandosi dialetticamente un osso duro.

“Sei entrato in parlamento – ha esordito Renzi - nel 1963. Il presidente degli Usa si chiamava John Kennedy. Il G7 l'hai fatto con Reagan e la Thatcher. E ancora oggi fai il sindaco. Io la politica non la intendo così. Deve avere una missione e un termine. Poi c'è altro nella vita”

“Quando la politica è mestiere – ha ribattuto De Mita – ci si può solo augurare che sia breve e che non faccia troppi danni. Quando invece coincide col pensiero allora può durare anche tutta la vita. Io con il mio attuale ruolo avevo intenzione di unire più di venti comuni delle aree interne di una terra abbandonata dal governo. E offrire loro un'opportunità di sviluppo”.

“ Beh – Renzi ha alzato i toni con ironia – se il “pensiero” politico coincide con la prassi di cambiare partito e palazzo quando ti tolgono il seggio …”

“Questa – è esploso De Mita – è una volgarità politica. Poi detta da uno che le ha inventate tutte per rimanere al suo posto. Tu cambi amicizie che forse è peggio che cambiare partiti. Hai una gestione autoritaria del Pd dove parli da solo. Le relazioni delle tue conferenze interne andrebbero pubblicate. Hai cancellato ogni pluralità che è nella natura stessa della politica. Per quanto riguarda me io sono nato e morirò democristiano. Tu non so cosa sei nato e non mi spingo a dire come finirai”.

L'unico confronto sul “merito” - il referendum costituzionale – c'è stato solo quando si parlava di senato.

De Mita ha anticipato che sarebbe stato auspicabile eliminarlo.

Invece che farne, come prevede la riforma, una camera anoressica ridotta nei numeri e a suo dire nella qualità. Priva di funzioni.

In primo luogo per la nuova conformazione del senato stesso che andrebbe a mettere di fianco a degli ex premier consiglieri regionali.

De Mita suggeriva invece il recupero di un'idea di degasperiana memoria, la camera dei notabili. “Saggi” estranei alla politica che potessero, dall'alto della propria esperienza, dare suggerimenti a chi governava il paese.

Renzi ha sentenziato: “Vogliamo dire che in caso di vittoria il senato sarà meno importante? Diciamolo pure, sarà meno importante. Bisognava partire. Qui c'è sempre chi dice no a prescindere o chi spiega come le cose andavano fatte. Ma noi invece le abbiamo compiute concretamente”.

“Lei dice sempre così – ha ironizzato De Mita – dovrebbero eleggerla presidente del partito dell'azione. Perché, per quanto riguarda l'attività di pensiero, meglio che se ne occupino altri”.

"Io – ha chiesto Renzi piccato – vorrei solo sapere perché dopo aver bloccato la nazione per trentacinque anni ora volete bloccarlo anche per i prossimi trentacinque? Voglio che l'Italia sia un paese agile e snello. Che non abbia nelle sue istituzioni una cinquecento scalcagnata che non consente di raggiungere e neppure avvicinarsi alla velocità del mondo intorno. Si parla di robotica, agricoltura 4.0, nuova impresa. Il tempo sta cambiando. E deve farlo anche l'Italia”.

“La tua è una riforma – ha risposto De Mita - frettolosa poco motivata, scritta male, incomprensibile. Napoleone diceva che le leggi costituzionali devono essere brevi e oscure. Dare indicazioni. Poi con quelle amministrative si entra nel merito caso per caso. Io il testo proposto da lei l'ho letto e riletto. Ma non l'ho capito. E non perché mi sia rincoglionito. E' scritto male, periodi lunghissimi che non si capisce dove vogliano andare a parare".

“Questa – ha detto Renzi - è una riforma attesa nel dibattito politico da almeno cinquant'anni. E pochi lo possono sapere come De Mita che era presente in tutti e tre i tentativi di cambiare la costituzione. E ha fallito. Certo, non solo per suo demerito".


"Credo – ha risposto De Mita - che lei sia irrecuperabile perché ha una tale consapevolezza di se che non vede limiti alla sua arroganza".

“Purtroppo – ha continuato Renzi – neanche lei ha saputo indicarmi l'articolo che prevede maggiori poteri per il premier. Anticipando questa deriva autoritaria che in tanti catastroficamente prevedono in casa di vittoria del sì”.

“Questo – ha concluso sibillinamente De Mita – dipenderà dalla legge elettorale”.

Poi a telecamere spente De Mita dà il meglio di sé. Come riportato dal Corriere della Sera l'ex presidente ha dichiarato: "Purtroppo io credo he puoi essere anche un talento del pallone, ma se non sai dov'è la porta, la tua bravura non ti serve a molto. Renzi è accreditato come politico ma ha la stazza di un consigliere comunale, superbo e senza argomenti”.

Un stilettata che fa il pari con l'imitazione di De Mita che il premier aveva realizzato in diretta. Facendogli il verso. Non proprio un gesto di galenteria.