Non abbiamo colpito l'auto di Toni. Ecco come è andata davvero

Franco Iannuzzi parla del pre-partita fra Avellino-Verona: «Volevamo proteggere l'auto». Video

Franco Iannuzzi torna a parlare di quanto successo nel pre partita di Avellino-Verona. Quando è stato danneggiato il finestrino dell'auto nella quale viaggiava il dirigente veronese ed ex campione del mondo, Luca Toni.

Avellino.  

 

di Andrea Fantucchio 

(Clicca sulla foto di copertina e guarda l'intervista di Ottopagine) «Ci eravamo avvicinati a quella macchina del Verona per evitare problemi. Noi tifosi più anziani avevamo paura che all'interno ci fossero dei bambini. Poi l'autista, vedendo tutti schierati intorno, ha fatto marcia indietro. E in quel momento qualcuno ha tirato un oggetto contro l'auto, rompendo il finestrino». Franco Iannuzzi torna a parlare di quanto successo nel pre partita di Avellino-Verona.

Quando è stato danneggiato il finestrino dell'auto nella quale viaggiava il dirigente veronese ed ex campione del mondo, Luca Toni.

«Mi dispiace – continua Iannuzzi – che ci abbiamo puntato tutti il dito contro. A partire dal sindaco e dai giornalisti locali. I primi che dovrebbero fare l'interesse della città. E assicurarsi che non venga infangata senza motivo. Avevo avvisato tutti che fra i tifosi fermati c'ero anch'io. Nessuno che abbia pensato di chiamarmi per ascoltare la mia versione dei fatti».

Finora le indagini della Questura hanno confermato le parole di Iannuzzi. Non ci sono indizi che possano ricondurre il lancio della bottiglia, a uno degli otto tifosi indagati. Colpiti da Daspo. Provvedimento che a questo punto dovrebbe presto essere tolto.

Spiega Iannuzzi: «Siamo stati sempre una tifoseria corretta. Premiata dovunque per correttezza e sportività. Poi, al primo fatto simile, si è scatenato un polverone inspiegabile. Siamo stati i primi a condannare il gesto. Se avessimo saputo chi era il colpevole, gli avremmo subito consigliato di costituirsi»

«Ciò che si è perso – conclude Iannuzzi – è proprio la capacità di fare quadrato. Società, giocatori, tifosi e stampa. Lo noto da tempo. C'è poca solidarietà. Uno spirito che va recuperato per il bene del lupo e della città».