Catanzaro - Avellino, Taccone: "Nessuna combine, sono sereno"

L'allora presidente e il diesse De Vito indagati per frode sportiva dalla Procura di Palmi

Avellino.  

 

di Marco Festa

Quando per l’Avellino il peggio sembrava passato, dopo una lunga stagione trascorsa tra le aule di tribunale per le presunte combine di Modena – Avellino 1-0 e Avellino – Reggina 3-0 (maggio 2014), costate due punti di penalizzazione in classifica, ecco nuove nubi ad addensarsi all'orizzonte della società irpina. Da Catanzaro è arrivata una notifica di indagine per Walter Taccone ed il direttore sportivo Enzo De Vito per Catanzaro-Avellino 0-1 del 5 maggio 2013: la gara che ha sancito il ritorno in Serie B dei biancoverdi. Si ipotizza una combine del risultato finale - che secondo i supposti accordi si sarebbe dovuta essere con un pareggio - e quindi in ballo c’è una presunta frode sportiva con annessa eventuale responsabilità diretta per l’U.S. (allora A.S. Avellino)

Un’accusa che lo stesso Walter Taccone, ora amministratore unico dell’U.S. Avellino e ai tempi della gara, messa sotto la lente d’ingrandimento dalla Procura di Palmi, presidente dell'A.S. Avellino, ha respinto con fermezza ai microfoni di Otto Channel, direttamente dal suo ufficio in corso Vittorio Emanuele, al termine di un pomeriggio concitato. “Non abbiamo visto le carte e non sappiamo ancora nulla, ma qualcuno ci dovrà sentire ed allora non potrà che venir fuori la verità. Io ho conosciuto i dirigenti del Catanzaro pochi minuti prima di quella partita, sul terreno di gioco. Non ci siamo scambiati alcun messaggio. Non ci sono intercettazioni. Non c’è nulla. Sono tranquillo, per nulla preoccupato. E non devono preoccuparsi neppure i tifosi. Non abbiamo fatto nulla. Lo posso dire guardando tutti negli occhi: noi non c’entriamo niente. Poi si sa che nel calcio ci sono situazioni in cui i giocatori in campo gestiscono le partite in un certo modo, ma non si tratta di combine, non c’è tornaconto personale. E soprattutto in casi del genere non c’entrano le società. Come ci muoveremo? Volendo scherzare mi viene il dubbio che l’avvocato Chiacchio abbia orchestrato questa vicenda per occuparsi di una nuova vicenda."

Oggi è intanto finito in manette Giuseppe Cosentino: è l’alba di “Money gate”, che ha fatto luce sul riciclaggio di ingenti somme di denaro. Al presidente del Catanzaro Calcio viene contestato, per l’appunto, anche il reato di frode sportiva in merito a quel Catanzaro – Avellino deciso da un gol di Zigoni. Nessuna dichiarazione, ma sorpresa e incredulità i sentimenti del direttore sportivo Enzo De Vito, iscritto nel registro degli indagati al pari del collega dei calabresi, Armando Ortoli, e dell’attaccante Andrea Russotto (tutti e quattro a piede libero): “Perché – si legge nel dispositivo della Procura – compivano atti fraudolenti consistiti nel concordare il risultato finale in un pareggio al fine di raggiungere un risultato diverso da quello conseguente al corretto e leale svolgimento della competizione."

Tutti ricordano quella gara: il pareggio avrebbe in effetti consentito al Catanzaro di evitare i play out e all’Avellino di festeggiare l'aritmetico salto di categoria, ma la vittoria del Perugia obbligò - o avrebbe obbligato - l’Avellino di Massimo Rastelli a vincere. Secondo i magistrati lo stesso Russotto avrebbe fallito deliberatamente due chiare occasioni da gol che avrebbero portato in vantaggio il Catanzaro. 

ll Procuratore della Repubblica di Palmi Ottavio Sferlazza ha spiegato: “Stiamo verificando l’eventuale sussistenza di elementi in ordine al tentativo di aggiustare l’incontro. Ove dovessero emergere delle responsabilità, come è doveroso invieremo gli atti alla giustizia sportiva”. Ed è di nuovo tempesta.