Taccone bacchetta Rastelli. E sullo stadio...

Intervista a trecentosessanta gradi, tra presente e futuro, al presidente dell'Avellino

Avellino.  

A tutto campo. Il presidente Walter Taccone, nel corso di un'intervista ad Angelo Giuliani, di cui andrà in onda uno stralcio nel Tg News di OttoChannel (696 del digitale terrestre) delle ore 14 e nel corso di Countdown, in onda venerdì alle ore 20:30, traccia il punto sul momento in casa biancoverde.

I prezzi ridotti - «Ho raccolto l'invito dei tifosi. Mi hanno chiesto di fare un ulteriore sacrificio. Non è un problema economico quello che ci assilla, il problema è che vorrei essere certo di riempire lo stadio. Spero che non ci siano le solite 6000, massimo 6500 persone che abbiamo avuto fino a adesso. Mi auguro che ci possano essere finalmente questi diecimila lupi scatenati sugli spalti perché credo che siano il valore aggiunto dell'Avellino e ci possono trascinare verso risultati importanti».

Rastelli - «Il patto play off? Lo abbiamo stabilito all'inizio del campionato. Insieme al mister e ai direttori avevamo preventivato che il nostro obiettivo dovevano essere i play off. Che arrivassero attraverso l'ottavo posto o il terzo posto non lo abbiamo mai discusso o mai messo in preventivo, perché evidentemente non facciamo i veggenti. Anche perché il campionato è condizionato di tante cose: infortuni, episodi e arbitraggi contestati. Mi ero illuso visto che venivano i risultati e la squadra stava giocando alla grande che potessimo fare il salto diretto. Ma si erano illusi anche i nostri tifosi, non li ho mai illuso io. Ci credevamo tutti perché la squadra girava a mille e nessuno si aspettava che i ragazzi potessero avere una piccola defaillance, cosa che è successa. Mi dispiace. Ma i play off sono sempre stati il nostro obiettivo, anche quello del mister. Non c'è mai stato un minimo pensiero di poter fare a meno del nostro allenatore, il quale è il nostro condottiero e lo sa bene. Anzi, mi sarei aspettato che quando gli sono state fatte delle domande capziose, le riposte, una in particolare non è stata molto felice, fossero state diverse. Avrebbe dovuto dire una cosa che è vera: il presidente non mi ha mai messo in discussione. Per quanto mi riguarda, anche se i risultati non vengono l'allenatore non viene messo in discussione. Non conta se perde una volta, due, tre perde. Non è così. Se abbiamo un progetto da portare avanti il progetto deve essere continuato finché ci sono le componenti per poterlo perseguire».

Il futuro della guida tecnica - «Non abbiamo mai discusso di un'eventuale situazione di separazione. Rastelli ha la nostra fiducia totale. È normale che quest'anno lui conduca i giochi fino alla fine del campionato. Ha un contratto con noi anche per la prossima stagione, ma potrebbe essere che noi, purtroppo, non riusciamo a salire in Serie A e gli arriva, a luglio, un'offerta importante dalla massima serie. Non lo posso prevedere. Ma dipende da lui e non da noi. Io penso che Rastelli voglia onorare il contratto. Noi lo onoreremo sicuramente fino ad eventuali sviluppi».

Questione stadio - «Abbiamo presentato a parte questa famosa lettera d'intenti a dicembre: non abbiamo avuta ancora nessuna comunicazione. Abbiamo presentato al Comune un progetto di ristrutturazione del "Partenio-Lombardi". Una parte dei lavori è indispensabile per giugno altrimenti la Commissione Prefettizia non ci darà l'autorizzazione per giocare. Vorremo poi realizzare l'apertura della Curva Nord, sistemare la Tribuna Montevergine, il campo B, che dovrebbe essere il campo di allenamenti della prima squadra, e porre in essere altri piccoli lavori che abbiamo deciso di fare insieme al Comune. Il Comune deve vagliare la nostra richiesta. Nel momento in cui dovessero decidere che noi possiamo sostituirci a loro per fare questi lavori dovranno fare questa volta, e non come nel 2013, una bella delibera in cui vanno a indicare quali sono i costi, che verranno spalmati negli anni successivi nell'ambito della nostra convenzione. In tal caso noi saremo a disposizione per poter mettere a frutto la nostra disponibilità; per fare questi lavori e dare una mano al Comune. Siamo in piena sintonia su questo, spero che i tecnici del Comune, in tempi rapidi, possano darci questa risposta».

Il rapporto con il Comune - «Pregressi? Non dobbiamo dare niente al Comune. L'ho detto centomila volte. Dobbiamo avere dal Comune, non dobbiamo dare nulla. Facessero le loro valutazioni e ce lo fanno sapere. In ultima analisi voglio sperare di non arrivare ad un contenzioso che sarebbe antipatico perché al Comune c'è un sindaco che è un nostro amico, è un uomo di sport e conosce bene le situazioni. Voglio sperare di non essere costretto ad arrivare alla magistratura per farmi riconoscere il credito che vanto nei loro confronti. Non credo che arriveremo a questo, per la verità. Non è un aut aut o un diktat. Ma è normale che nel momento in cui mi daranno un'eventuale autorizzazione per fare ulteriori lavori, dovranno prendere in esame anche la nostra precedente richiesta e poi, da buoni amici, troveremo una soluzione. Anche se loro non ci dovessero riconoscere tutti i soldi che abbiamo speso non sarà un problema, ma l'importante è chiarire questo discorso perché da parte nostra c'è la massima collaborazione con l'Ente e con le istituzioni».

Marco Festa