Gavazzi, se il buongiorno si vede dal mattino...

Il centrocampista ha iniziato col piede giusto l'avventura con la maglia dell'Avellino

Avellino.  

In un centrocampo che presto potrà contare sull'apporto importante di William Jidayi, chi si candida ad essere uno dei protagonisti della prossima stagione, nonché colpo più azzeccato della campagna acquisti dell'Avellino, è senza ombra di dubbio Davide Gavazzi. Se la prima impressione è quella che conta, il ventinovenne di Sondrio ha fatto suo il detto, con una prestazione da applausi contro l'Espanyol. Grinta e tecnica al servizio di Attilio Tesser che lo ha fortemente rivoluto alle sue "dipendenze" dopo l'anno e mezzo vissuto assieme alla Ternana.

Una corte serrata, una trattativa lunga e difficile, condizionata dalla concorrenza del Carpi che ad inizio calciomercato era arrivato ad un passo dall'acquistarlo. Gli operatori di mercato biancoverdi lo hanno corteggiato, giocando la preziosa carta Tesser a loro vantaggio. E alla fine il nero su bianco è arrivato. Dal 10 luglio, Gavazzi è un calciatore dell'Avellino. Lo sarà fino al 2018. Mezzala destra o sinistra, poco importa. La definizione di centrocampista completo sembra calzargli a pennello.

In mediana fa legna e porta a casa la pagnotta. Recupera palloni in quantità industriali e, allo stesso tempo, fa partire la manovra d'attacco. Palla al piede a tratti è inarrestabile e considerando che la condizione fisica di fine luglio verrà migliorata con il trascorrere delle settimane c'è solo da stropicciarsi gli occhi e battere le mani alla società biancoverde che ha acquistato un centrocampista che ad Avellino mancava da tempo.

E' pur vero che il calcio d'estate non è attendibile al cento per cento. Calciatori acquistati per fare la differenza e che scivolano nell'oblio della normalità ne sono passati a decine negli ultimi anni qui in Irpinia. Ma Gavazzi sembra avere le stigmate del predestinato ad una stagione da incorniciare. Cresciuto nelle giovanili del Milan, dopo le esperienze nelle categorie inferiori con Como e Renate, Gavazzi ha saputo superare uno degli infortuni più drammatici che un calciatore possa subire.

Era il 3 novembre del 2012. In estate era stato ingaggiato dalla Sampdoria che aveva deciso sapientemente di lasciarlo un anno in prestito al Vicenza per favorirne il processo di crescita. Con la "Lane" affrontava il Lanciano al Romeo Menti. Nelle fasi finali del match, poi vinto dai frentani per 1-0, il centrocampista si infortunò gravemente subendo la lesione parziale del legamento crociato del ginocchio destro. Stagione finita.

Uno shock per lui e per la società veneta che decise di interrompere il prestito e di lasciarlo tornare alla Sampdoria per iniziare il decorso post-operatorio. La lunga riabilitazione, poi l'attesa per il ritorno in campo che si interrompe quasi un anno dopo, il 21 settembre 2013 a Trieste, quando Delio Rossi lo inserisce nell'undici titolare contro il Cagliari e lo fa esordire in Serie A. Sette presenze prima del trasferimento in prestito alla Ternana.

Sulla panchina degli umbri c'è Attilio Tesser. A centrocampo macina chilometri Antonio Zito. Gioca tutte le partite da gennaio a maggio. Ne salta solo una la stagione successiva, quella appena trascorsa. Gli umbri raggiungono due volte di fila l'obiettivo della salvezza. In estate il tecnico veneto si trasferisce in Irpinia. Pochi giorni dopo tocca a Gavazzi. L'estate prima il medesimo viaggio Terni-Avellino lo aveva percorso Zito. Il terzetto si ricongiunge. Si ricompatta per fare grande questo Avellino

Carmine Roca