Pregi e difetti del nuovo Avellino targato Tesser

Quattro amichevoli in archivio: il nuovo lupo prende forma svelando i suoi punti di forza

Avellino.  

Non è tempo di pagelle. Non è tempo di valutazioni, che, a sole tre settimane dall'inizio della preparazione pre-campionato, sarebbero inevitabilmente affrettate. Con i meccanismi di gioco in piena fase di rodaggio; pesanti carichi di lavoro per mettere “benzina” nelle gambe e le miriadi di cambi che, inevitabilmente, caratterizzano le amichevoli estive, sentenziare cosa va o non va sarebbe un azzardo. Indicazioni: è di queste che si può e si deve parlare in questa fase della stagione, con identità in divenire; allo stato embrionale. E quelle che l'Avellino sta offrendo, di indicazioni, sono molteplici e per la quasi totalità positive. Sia a livello collettivo, sia individuale.

Difesa – I successi di qualsiasi squadra partono da una retroguardia solida. Lo sa bene Tesser, che dall'alto della sua esperienza si è concentrato tantissimo, a partire dai giorni di ritiro trascorsi a Sturno, sui sincronismi di un pacchetto arretrato totalmente rivoluzionato, rispetto alla passata annata, fatta eccezione per le conferme di Visconti e Chiosa. Perdere calciatori del calibro di Ely e Piscane, oltre a Bittante, non è roba di poco conto. Ma l'Avellino ha ristrutturato la difesa con innesti mirati e giovani di prospettiva. Uno di questi è Biraschi: grintoso, tempestivo negli anticipi e bravo nelle letture difensive. Lo scorso 2 luglio ha compiuto 21 anni, ma gioca già col piglio del veterano. Le impressioni che ha destato, ricordano molto quelle che suscitò Chiosa nel momento in cui mosse i primi passi da lupo. E proprio il difensore piemontese deve invece scacciare una “ripartenza” in biancoverde in cui sta facendo i conti con una concorrenza elevata e tanta sfortuna, materializzatasi nella distorsione alla caviglia rimediata dopo quaranta secondi dal calcio d'inizio dell'amichevole contro il Lanciano. Positivo anche l'impatto di Ligi, mentre è dai terzini, Nitriansky e Giron su tutti, che si attendono i miglioramenti più consistenti, soprattuto in fase di spinta. In porta c'è poco da dire: Frattali è una garanzia.

Centrocampo – Il tandem AriniGavazzi sta confermando di poter rappresentare un solido binomio a cui affidare le chiavi della mediana. Il centrocampista partenopeo, che si appresta a rinnovare sino al 2018, ha legato a doppio filo la sua carriera alla maglia biancoverde e, coi gradi di capitano, sta dimostrando di saper vestire i panni del leader. L'ex Ternana, facilità di corsa e intelligenza calcistica spiccata, sta dimostrando di essere un calciatore di categoria, destinato a ritagliarsi un ruolo da protagonista. In attesa che Zito recuperi la migliore condizione e D'Angelo rientri definitivamente in gruppo, dopo essere completamente guarito dalla frattura alla costola, rimediata a La Spezia, Schiavon si è espresso su buoni livelli soprattutto nel ritiro, dimostrando che l'annata costellata di infortuni, con più bassi che alti, lasciata alle spalle, può e deve diventare solo un brutto ricordo. Sulla trequarti promettono davvero bene Insigne e Soumarè. Il colpo di tacco con cui il baby prestato dal Napoli ha mandato in gol Trotta al “Biondi” è un saggio della sua classe cristallina; il belga, invece, sta palesando uno stato di forma già più che soddisfacente.

Attacco – Guardandolo giocare contro la Virtus Lanciano; andare come sempre in gol, veniva da mangiarsi le mani: l'assenza per quattro mesi, causa squalifica, di Castaldo non sarà una questione di poco conto nell'economia del potenziale offensiva del lupo. Starà a Tavano e Trotta non farlo rimpiangere, magari con l'auspicio che Mokulu, come sempre generosissimo, si sblocchi sotto il profilo realizzativo. Un aspetto che per un attaccante, per usare un eufemismo, non è secondario. Lì davanti l'Avellino dà comunque l'impressione di poter far male in ogni momento, per la rapidità, la tecnica e il fiuto del gol dei suoi bomber, che, con il trascorrere del tempo, non potranno che affinare l'intesa che per ora si fa apprezzare a fiammate.

Marco Festa