Figli e figliastri: il curioso caso della giustizia sportiva

Fanno discutere le richieste di Palazzi nei confronti di Catania e Teramo

Avellino.  

In pratica: se sbagli, e pure tanto, ma ammetti di essere colpevole, riesci a cavartela. Se sbagli, una sola volta, ma difendi con tutte le forze la tua innocenza davanti alle accuse, paghi. E pure tanto. È emerso questo dai due processi per il calcioscommesse tenutisi nella giornata di martedì e di ieri. Per il filone "I Treni del Gol" pagherà, in primis, il Catania. Per il filone "Dirty Soccer", la mannaia è caduta sul Teramo e sul Savona. Stessa accusa: responsabilità diretta per illecito sportivo. Diversa la condanna. 

Se gli etnei se la sono "cavata", per così dire, con la retrocessione in Lega Pro e cinque punti di penalizzazione, gli abruzzesi compiranno un doppio salto all'indietro, lasciando quella Serie B conquistata, irregolarmente per l'accusa, per la prima volta dopo 103 anni di storia, per sprofondare negli abissi della Serie D con venti punti di penalità sul groppone. 

Richieste di condanne agli opposti che hanno scatenato immediatamente dibattiti e polemiche sui social network. Addetti ai lavori, giornalisti e semplici tifosi hanno voluto esprimere il loro pensiero con qualche carattere sputato fuori sui propri profili facebook e twitter. "Catania, pena lieve. Teramo affondato: perché?", è stata questa la domanda più frequente posta ad ipotetici interlocutori. C'è chi ha rimesso in mezzo il caso-Nocerina che pagò due stagioni fa con l'esclusione dal campionato di competenza (Lega Pro) ripartendo addirittura dall'Eccellenza per la famosa partita contro la Salernitana (molossi ridotti in sei uomini per infortuni giudicati finti) che generò pesanti polemiche. 

Cinque partite truccate (sei secondo Palazzi che tiene in sospeso quella contro l'Avellino) valgono di meno rispetto a un solo match combinato. È possibile mai? Sì secondo il Procuratore Federale della Figc, Stefano Palazzi protagonista dell'ennesima estate calda del calcio italiano. Sì perché a salvare il Catania dal baratro del dilettantismo è stato colui il quale ha rischiato di farlo sprofondare: Antonino Pulvirenti. Il pool di avvocati che ha difeso il Catania e il suo ex presidente ha costruito l'arringa difensiva sull'articolo 24 del codice di giustizia sportiva. Quello che mitiga le pene in caso di collaborazione fattiva nel corso di indagini, interrogatori e processi. 

Pulvirenti, che ha ammesso immediatamente di aver truccato cinque incontri per permettere alla sua squadra di salvarsi, ha ottenuto la stessa richiesta di condanna del presidente del Teramo, Luciano Campitelli, il quale ha sempre ribadito di essere estraneo a qualsiasi forma di combine organizzata con il Savona (anche i liguri ripartiranno dalla Serie D con dieci punti di penalizzazione), puntando velatamente il dito contro il direttore sportivo abruzzese, Di Giuseppe, allontanato qualche giorno fa dal suo incarico a scopo precauzionale. 

E ora? Tra il 19 e il 20 agosto il Tribunale Federale Nazionale presieduto da Sergio Artico sarà chiamato a confermare o meno le richieste di Palazzi. Poi si aprirà la lunga trafila di ricorsi e controricorsi (il Catania si asterrà, il Teramo ricorrerà in appello), mentre all'ombra, ma neppure poi così tanto, dato che hanno preso parte al processo come parti terze, aspettano Virtus Entella e Ascoli. Per liguri e marchigiani potrebbero presto aprirsi le dorate porte di servizio della Serie B. Manca solo l'ufficialità che dovrebbe arrivare, come lo scorso anno per il Vicenza, ad un passo dall'inizio del campionato. Ormai è una (non piacevole) abitudine

Carmine Roca