Avellino - Belgio: un binomio sempre più solido

Da Bembuana a Bastien: i belgi nel passato, nel presente e nel futuro dei biancoverdi

Avellino.  

È sempre caldo l'asse Belgio - Avellino. In principio fu Eddy Bembuana Keve: attaccante congolese naturalizzato belga, che nella stagione 2001/2002, nell'allora Serie C1 (girone B), con quattro gol, contribuì a far sfiorare i play off all'Avellino. Ma il primo vero belga non naturalizzato nella storia dei biancoverdi è stato Benoit Ladriére, giunto in Irpinia nel dicembre del 2013. Trequartista dotato di una buona tecnica, esordì contro il Padova il 29 dicembre: gran lancio per dare il là all'azione terminata con il gol del 2-1 di Arini con cui i lupi si aggiudicarono la partita che sancì la conclusione di uno strepitoso girone di andata, nell'annata dell'ultimo ritorno in Serie Cadetta. Per lui fu la prima delle dieci presenze totalizzate nella sua parentesi avellinese, che terminò nel giugno del 2014, con la naturale scadenza del suo contratto.

Ma la pesca nel Nord Europa era solo iniziata: via Ladriére, ecco Mohamed Soumarè e Arnor Angeli. Il primo, che, in uscita dalle giovanili dell'Anderlecht, la scorsa estate si è legato ai lupi con un contratto triennale, è un profilo ormai noto alla tifoseria irpina: 17 presenze e 5 volte titolare nella passata stagione, sta lavorando per diventare un trequartista che, oltre alla spiccata capacità di corsa, evidenziata ogni volta che è sceso in campo, sia efficace anche in fase di rifinitura per le punte; il secondo, ingaggiato dopo essersi svincolato dal Mons, è stato il classico oggetto misterioso, la meteora di turno: 13 presenze e nessuna rete prima dello svincolo. A gennaio 2015 ecco, invece, Benjamin Mokulu: il gigante buono che è subito entrato nel cuore di tanti supporters del lupo grazie a due doti particolarmente gradite a chi segue le sorti di una squadra. Ovvero: impegno e spirito di sacrificio, dimostrati con costanza. Dieci presenze senza trovare la gratificazione del gol nel corso dell'ultimo girone di ritorno, sfociato nella storica qualificazione ai play off.

I titoli di coda sulle prime "battaglie" nel calcio tricolore con l'eliminazione nella semifinale play off contro il Bologna, poi promosso in Serie A. Ma il 9 agosto, la gioia è arrivata: Mokulu si è tolto lo sfizio del primo sigillo della carriera in Italia nel derby contro i cugini di Terra di Lavoro, siglando il momentaneo 2-0 nel secondo turno di Tim Cup. Poco male se poi, nel turno successivo, a Ferragosto, contro il Palermo, ha rimediato una lussazione alla spalla sinistra. Perché la voglia di tornare a disposizione è stata più forte di tutto. E il peggio è passato: la punta è già tornata in gruppo e, forte di un contratto fino al 2017, vuole esplodere dopo il periodo di ambientamento. Ma la colonia belga a tinte biancoverdi può crescere ancora.

A rinfoltirla, a renderla ancor più nutrita, potrebbe essere il promettente "baby" Samuel Bastien, classe 1996, che ha militato proprio con Soumarè tra le fila dei giovani dell'Anderlecht. Non più tardi dello scorso gennaio, sulle sue tracce c'era il Liverpool. Talento di prospettiva, che si è fatto apprezzare nella Youth League, ovvero la Champions League destinata ai giovani, è lui il centrocampista di qualità e quantità che l'Avellino ha individuato per chiudere le operazioni in entrata nel settore nevralgico. Nelle prossime ore sono attese novità in merito al suo eventuale arrivo in Serie B, alla corte di Attilio Tesser: prestito con diritto di riscatto la formula del trasferimento. Nessun nome altisonante, ma un calciatore di cui si dice un gran bene: eccola di nuovo la "linea verde" dell'Avellino, che preferisce l'umiltà e la fame ai curriculum e alle pance già piene. E allora, non resta che attendere: l'Avellino è pronto a continuare a far spese nel "supermarket Belgio".

Marco Festa