Uno striscione, per rialzarsi dalle macerie del terremoto

I drammatici momenti del sisma del 1980 raccontati da un tifoso biancoverde

Avellino.  

Il terremoto del 1980, per gli avellinesi, è una ferita che non si rimargina e che non si rimarginerà mai. Il sisma colpì Avellino e l’Irpinia in un giorno festivo, di domenica, subito dopo la vittoria dei lupi sull'Ascoli, tanto bella quanto importante ai fini della classifica. Esultarono tutti, anche chi per motivi di lavoro o perché impegnato nel servizio di leva, viveva lontano dalla propria città. E’ questo il caso di Mario Luigi Imbimbo, tifoso dell’Avellino e ideatore dello storico striscione “Dalle Alpi all’Appennino, dalla Sicilia al Trentino… Ovunque il tifoso di Avellino”, che campeggia sugli spalti degli stadi sia nelle gare casalinghe, sia nelle gare in trasferta dell’Avellino. “Da tempo avevo deciso di allestire uno striscione per la partita contro l’Udinese in programma il 14 dicembre 1980” – spiega Mario, che il 23 novembre di trentacinque anni fa svolgeva il servizio militare in provincia di Pordenone, in Friuli – “Il testo da stampare fu determinato dalla passione dei tifosi irpini nel seguire ovunque, da nord a sud, la squadra biancoverde". Ma, alle 19.34 del 23 novembre una scossa di terremoto del decimo grado della scala Mercalli distrusse case e campanili e si portò dietro una scia di sangue e morti. La notizia arrivò anche a chi viveva lontano da Avellino: “Dopo i primi attimi di smarrimento e confusione l’Irpinia cercò di ritornare alla normalità. Avrei voluto dare il mio apporto, ma non riuscii ad ottenere la licenza e partire per ritornare a casa”. (La storia completa, l'Avellino post-terremoto, la tenacia nel rialzarsi: tutto sulla App Campania Calcio. Scaricala gratuitamente)

Carmine Roca