Tutti uniti per il logo: "Bentornato vecchio alleato"

Si è tenuta la conferenza stampa che ha sancito il passaggio del logo all'A. S. Avellino

Avellino.  

Era gremita la sala conferenze dell’Hotel de la Ville. Questa sera era in programma un appuntamento a cui nessuno avrebbe voluto rinunciare. Dal ragazzo, all’affezionato più adulto; dal tifoso della Curva Sud al nostalgico appassionato. Tutti uniti per riabbracciare un “vecchio alleato”. Il logo storico, quello dell’Unione Sportiva Avellino, ha fatto ritorno a casa, dopo un lungo viaggio durato quasi sei anni.

C’erano proprio tutti i protagonisti di questa storia, ieri sera. Dopo l’intervento di Frank Pennisi che ha ricordato che la trattativa si è chiusa nel migliore dei modi grazie a tre componenti principali “amore, intelligenza e no profit”, il primo a prendere parola è stato il notaio Giordano. Nel suo studio, giovedì scorso, è stato sancito il passaggio in comodato d’uso gratuito del logo all’A. S. Avellino. "Sono emozionato ed onorato di aver partecipato direttamente alla stipula dell’atto di cessione in comodato d’uso gratuito all’Avellino per cinque anni più il diritto al rinnovo per altri cinque anni. Sono stato coinvolto negli ultimi mesi, ma seguivo tutto fin dal momento dell’aggiudicazione all’asta del logo da parte di Mario Dell’Anno".

Poi l’atto simbolico con il passaggio di consegne del logo dalle mani di Mario Dell’Anno a quelle del presidente Walter Taccone che, scherzando, ha chiesto ai presenti se avessero acquistato il biglietto, intervenendo successivamente. "Quello di riposizionare il logo sulla maglia è una cosa partita con qualche frizione e incomprensione inutile. Poi, da persone intelligenti, siamo tornati indietro, abbandonando le nostre posizioni iniziali. Certo, nel mio cuore resterà comunque l’A. S. Avellino, che è la società da me fondata, ma accanto ad essa metterò anche questa parte storica che non ho mai rigettato, ma che anzi sono onorato di rappresentare".

L'ARTICOLO COMPLETO NELL'EDIZIONE DI DOMANI, VENERDI' 6 MARZO, DI OTTOPAGINE.

Carmine Roca