Radunovic: "Qui per giocare. Avellino? Un tifo da Serbia"

L'estremo difensore si presenta: "Con Frattali divido la camera, ma in campo sarà io contro lui"

Sturno.  

Zero dichiarazioni di rito, idee chiare, tanti saluti alla diplomazia: Boris Radunovic sa bene cosa vuole dalla stagione 2016/2017; dalla sua esperienza con la maglia dell’Avellino. L’estremo difensore serbo, prestato ai lupi dall’Atalanta, è stato il protagonista della conferenza stampa pre-allenamento pomeridiano nel dodicesimo giorno di ritiro a Sturno: “Le mie prime impressioni? Assolutamente positive, mi piace questa piazza” – ha esordito dall’alto dei suoi 196 centimetri d’altezza – “Quando ho saputo che mi sarei trasferito qui ho visto i video dei tifosi: sono calorosi come quello serbi. I miei obiettivi? Voglio far bene in Serie B per andare in A. Ho più di quaranta partite a disposizione, tra campionato e Coppa, per tentare il grande salto”.

Sorriso sornione, preoccupato dal suo italiano che in realtà è ben comprensibile, Radunovic, ingaggiato con la formula del prestito con diritto di riscatto e controriscatto, è determinato a giocare titolare, nonostante abbia davanti un portiere navigato che è pure il suo compagno di camera in albergo: Frattali. “Ho scelto come numero di maglia il 22 perché Pierlugi è il numero 1” – ha proseguito il gigante, nel giro della Nazionale Under 21 del proprio paese – “Lui è un ottimo portiere. Tra di noi c’è e ci sarà una bella e sana competizione: punto a vincerla. Insomma: sarà io contro lui”.

Infine qualche retroscena sul suo approdo all’ombra del Partenio: “Quando mi è stato detto di poter venire ad Avellino sono stato subito contento perché sono arrivato in un grande club. C’è un bel gruppo e mi sento importante. Vado già d’accordo con tutti. Con il preparatore Gerace lavoro alla grande, anche meglio di quanto facevo all’Atalanta dove ero chiuso da Sportiello davanti.  Qui posso giocare con più continuità e, soprattutto, partiamo tutti alla pari”.

Il saluto, prima di scendere in campo, regala un siparietto. “Pensavo fosse più complicata la conferenza stampa, invece è andata bene” ha esclamato compiaciuto Radunovic, ragazzone da poco ventenne di Belgrado che non vede l’ora di far parlare di sé.

L'inviato a Sturno, Marco Festa