Per Sant'Antuono la benedizione degli animali

In piazza Guerrazzi rivive la tradizione con Arcadia, la Pro loco e la Coldiretti

Benevento.  

Sant'Antuono maschere e suoni dice un antico proverbio che sintetizza le tradizioni legate alle festività religiosa radicata nel sentimento popolare.
Benevento torna a festeggiare il patrono degli animali. L'appuntamento in piazza Guerrazzi è stato promosso dall'associazione Arcadia con la Pro Loco Centro Storico e patrocinato dal Comune di Benevento e con l'appoggio della Coldiretti.

 

«Benevento ha finalmente recuperato la sua tradizione» racconta Alberto Febbraro dell'associazione Arcadia che spiega anche le origini della Festa di Sant'Antonio Abate, il monaco egiziano vissuto nel IV secolo, patrono dei macellai, contadini e protettore degli animali domestici.
S. Antonio, dice la tradizione, era anche un taumaturgo capace di guarire le malattie più tremende. E poi, c’è la credenza popolare che vuole che il Santo aiuti a trovare le cose perdute con il detto "Sant'Antonio di velluto, fammi ritrovare quello che ho perduto”. Al sud viene chiamato Sant’Antuono, per distinguerlo da Antonio da Padova.

 

Il clou della festa con l’accensione del falò, un rito simbolo per festeggiare il risveglio della natura che nella tradizione popolare e del mondo agricolo rappresenta l'avvicinamento della stagione primaverile. L’usanza di accendere grandi fuochi dipende dal fatto che S. Antonio è conosciuto come guaritore di una malattia cutanea caratterizzata da bruciore e arrossamento nota con il nome di “Fuoco di S. Antonio” , che in passato veniva curata con il grasso del maiale. Questo animale, infatti, è rappresentato al fianco del Santo: secondo la leggenda, S. Antonio si recò all’inferno, insieme al suo maiale per rubare il fuoco al diavolo e regalarlo agli uomini. La giornata è stata impreziosita dal concerto del Conservatorio di Musica “N. Sala” di Benevento.