Odissea lavoro. Formati per insegnare ma ce lo impediscono

Una lettera toccate, il grido d'aiuto dei Nastrini Verdi

Benevento.  

Una storia paradossale. Un'odissea che sembra non avere fine. A raccontarla per tentare di richiamare l'attenzione su una situazione assurda una maestra precaria diplomata magistrale ante 2001.
Maria Piscitelli, di Paolisi, è referente per la Campania di un movimento che sta lottando per difendere i propri diritti e il proprio lavoro. 
I Nastrini Verdi lotta civile (diplomati magistrale in GaE) raccoglie, come detto, i diplomati magistrali prima del 2001 che lottano contro quanto sta accadendo ai danni di questa categoria di insegnanti abilitati per legge all'insegnamento nella scuola dell'infanzia e primaria.
«Il movimento – racconta Piscitelli - conta ad oggi più di 2000 iscritti provenienti da ogni provincia italiana. L'idea del nastrino verde nasce dalla nostra speranza di restare in GaE (graduatorie ad esaurimento degli insegnanti).

Chiedo a nome di tutti noi, nastrini verdi, di dare voce al nostro grido per la situazione paradossale e ingiusta che si sta verificando ai danni di noi diplomati magistrale.
Per veder riconosciuto il nostro titolo, dato che il governo nel corso di questi 15 anni ci ha relegato nelle terze fasce di istituto e poi nelle seconde a seguito di un riconoscimento della nostra abilitazione solo parziale il che significava e significa non lavorare al Sud, pertanto moltissimi docenti diplomati magistrale hanno deciso di spostarsi al Nord per poter lavorare e fare ciò per cui si erano formati ossia insegnare ai bambini, con dedizione e impegno.

Abbiamo portato avanti la scuola pubblica italiana negli ultimi anni, facendo da tappa buchi con supplenze infinite sempre spinti da passione, impegno e onestà.
Il governo è stato ed è sordo alle nostre richieste di stabilizzazione così, nostro malgrado siamo dovuti ricorrere alla giustizia per veder riconosciuto il nostro sacrosanto e sudato diritto in questi anni di accedere alle GaE, blindate per noi, diplomati magistrale, poter sperare all'ambito ruolo e alla stabilizzazione.
Nella maggior parte i docenti magistrale vantano punteggi altissimi maturati con anni e anni di precariato fuori provincia e come dicevo molto spesso al Nord.
Mamme e papà che hanno dovuto lasciare i propri figli e i propri affetti per lavorare a km di distanza, onestamente e assicurare un futuro migliore proprio a quei figli che avevano lasciato, ma il governo non ci ha visto e non ci ha né sentito né ascoltato.

Finalmente, per noi, sembrava che tutta questa storia di ingiustizie volgesse al termine con un finale più che equo ossia che il Tar, organo giuridico a cui abbiamo ricorso riconoscesse il nostro diritto di entrare in GaE e così concede a noi diplomati magistrale l'inserimento in GaE, con effetto immediato in via cautelare, proprio in virtù del danno cagionatoci per tanti anni.

La nostra sembrava una battaglia pronta ad un lieto fine. Vedevamo finalmente riconosciuti i nostri diritti, invece con grande rammarico tristezza e delusione apprendiamo notizie di rigetti (sentenze di merito) da parte del Tar a partire dalla fine del 2016.
Il Tar che prima ci inserisce in GaE riconoscendo il nostro diritto e il danno che abbiamo subito in questi anni e poi… smentisce se stesso buttandoci letteralmente fuori dalle graduatorie ad esaurimento (GaE)… un paradosso.

Noi Nastrini verdi riteniamo che il Tar abbia cambiato orientamento a seguito di alcune dichiarazioni pubbliche dell'attuale ministro dell'istruzione Valeria Fedeli che ha asserito che i ricorsi erano troppi ed ormai gli uffici scolastici provinciali erano in tilt a seguito dei tanti inserimenti e che le GaE con questi ricorsi e nuovi inserimenti non si sarebbero mai esaurite soprattutto a partire dal 2020 quando il Miur dovrebbe dare piena esecuzione alla distruzione scolastica chiamata buona scuola con la legge 107/2015 attraverso la quale, il personale scolastico dovrà essere reclutato da concorso.
Vorremmo gridare al governo e alla politica che avremmo fatto a meno di ricorrere in tribunale con un esborso di denaro che per noi insegnanti precari ha un peso rilevante sul bilancio delle nostre famiglie quindi con enormi sacrifici.
Il governo e la politica si riempiono la bocca di paroloni che fanno intendere di salvare l'Italia partendo dal lavoro. Non è così!
Stanno per sbattere per strada migliaia di docenti abilitati e soprattutto precari che hanno servito lo stato istruendo tante generazioni di giovani che possiedono un titolo abilitante già da prima che si blindassero le GaE».