Pronuncia Consiglio di stato. Cataudo: "Ricci depista..."

Il presidente dell'Asea contro il numero uno della Provincia

Benevento.  

“L'entusiasmo manifestato dal presidente della Provincia per il pronunciamento del Consiglio di Stato è significativo della concezione che questo signore ha della civiltà giuridica e del rispetto sostanziale delle leggi, della democrazia e dei cittadini”.

Così in una nota il presidente dell'Asea (Azienda speciale per l'energia e l'ambiente), Alfredo Cataudo sulla recente pronuncia del Consiglio di Stato.

“Chi non conoscesse nei dettagli la vicenda – spiega Cataudo -, ovvero la stragrande maggioranza delle persone, dalle roboanti parole del Ricci è portata a credere che il Consiglio di Stato abbia attestato con inequivocabile certezza che la revoca del sottoscritto dalla presidenza della Asea, decretata dallo stesso Ricci, fu un atto legittimo. E invece il Consiglio di Stato non ha affatto stabilito questo. L'organo di giustizia amministrativa di secondo grado si è limitato a valutare la richiesta di sospensione della validità della sentenza del Tar che aveva, esso sì, dichiarato illegittima la revoca del sottoscritto e le successive nomine ai vertici di Asea. Ricapitolando: finora un solo tribunale si è pronunciato nel merito della vicenda, il Tar, ed ha sancito con la massima chiarezza che i provvedimenti di Ricci sono illegittimi. Egli adesso cerca di fare “ammuina” e di sollevare una cortina fumogena per ammantare agli occhi dei cittadini una vicenda veramente vergognosa. Ma i fatti restano fatti e chiunque voglia conoscerli davvero non potrà che prenderne atto nella loro schiacciante realtà. Sono pronto a mettere a disposizione tutte le carte di questa vicenda a chiunque volesse farsi un'opinione scevra da condizionamenti di sorta.

E' gravissimo - rimarca - che un alto rappresentante delle istituzioni tenti di depistare l'opinione pubblica con dichiarazioni che, da laureato in Giurisprudenza, sa non essere vere. Il Consiglio di Stato non si è espresso in merito alla legittimità dei provvedimenti adottati dal Ricci ma ha effettuato una mera comparazione tra l'interesse pubblico e quello privato, concludendo che non vi fossero pregiudizi per il sottoscritto dal momento che l'incarico sarebbe giunto a scadenza naturale nel prossimo mese di marzo. Conclusione con la quale chiaramente non concordo. Negare un diritto fin qui dichiarato legittimo dalla stessa giustizia amministrativa sul presupposto che il mandato sarebbe vicino alla scadenza è un po' come affermare che l'uccisione di un ultranovantenne in fondo non è poi così grave in quanto comunque destinato a morire presto di morte naturale. Ma tant'è, e a differenza del signor presidente della Provincia, il sottoscritto prende atto del pronunciamento, lo rispetta in ogni caso e prosegue nella battaglia di legalità a spese proprie. Finora l'unico elemento incontrovertibile è che il Presidente ha omesso di adempiere a una ordinanza e una sentenza autoesecutiva del Tar, in barba a ogni regola democratica. Ma se è così convinto della correttezza del proprio operato, anziché fuorviare l'opinione pubblica con affermazioni tronfie e capziose, perchè Ricci non si impegna pubblicamente a pagare di tasca propria, ovvero con i proventi della propria attività lavorativa, i costi della sua ostinata resistenza in giudizio in caso di definitiva soccombenza?”.