Dipendenti comunali pagati con i proventi dell'eolico

Il j'accuse di un assessore di Montefalcone. Lo Stato dov'è?

Montefalcone di Val Fortore.  

 

Riceviamo e pubblichiamo

Quello che succede in questa nazione è qualcosa di surreale, sono sempre più convinto che siamo prossimi ad un disastro economico senza precedenti. 

I piccoli comuni, come Montefalcone, sono un po’ lo specchio dello Stato, quindi dell’intera nazione. Guardando le cose dall’interno è facile comprendere come la situazione sia davvero tragica.

Pochi giorni fa abbiamo scoperto che a causa di ritardi dei trasferimenti statali i dipendenti del nostro comune, dal mese di Gennaio ad oggi, sono stati pagati regolarmente con i proventi dell’eolico a discapito degli operatori impiegati nei servizi che sono fermi allo stipendio di dicembre. Il nostro comune grazie alle numerosi torri eoliche presenti nel territorio introita circa 300.000 euro all’anno.

Questi soldi vengono spesi per offrire dei servizi alla popolazione, come museo, biblioteca, assistenza agli anziani, assistenza ai disabili, mensa scolastica, trasporto alunni ecc, dove nel totale sono impegnate circa trenta unità lavorative, assunte con regolare contratto dalle cooperative che hanno in gestione i servizi. Trovo semplicemente vergognoso che queste persone pur svolgendo dignitosamente il proprio lavoro e ricevendo dei miseri stipendi, siano proprio quelle che debbano pagare le conseguenze di uno STATO che ritarda ad immettere liquidità nei comuni!

Trovo assurdo e vergognoso che le imprese PRIVATE del vento, invece, siano puntuali nel rispettare gli impegni economici sottoscritti con l’Ente a differenza di uno STATO che fa fatica persino a pagare i propri dipendenti!
Per non parlare delle imprese che sono in attesa di pagamenti dallo Stato e rischiano il fallimento a causa delle mancate liquidazioni.
Con quest’amministrazione siamo in carica dallo scorso giugno, avevamo redatto un programma elettorale molto ambizioso ma la cosa che quotidianamente ci sentiamo dire all’interno della casa comunale è che“Non ci sono soldi!” Tra l’altro quest’anno lo Stato ci ha tagliato altri 80.000 euro.

Ormai i trasferimenti statali non bastano nemmeno a pagare i dipendenti comunali e le utenze. Se non ci si dota di entrate extra statali siamo destinati al dissesto finanziario, destinati a scomparire come la maggior parte dei piccoli comuni italiani. Qui non stiamo parlando di un azienda o di una cooperativa, stiamo parlando dello STATO che NON HA I SOLDI.

Mi torna in mente la risposta di Keynes ad un architetto che aveva grandi progetti per la ricostruzione di Londra ma li mise da parte quando… “Non c’è abbastanza denaro per realizzare questi progetti!” Keynes allibito da quest’affermazione: Il denaro? Non costruirete mica le case con il denaro?! Volete dire che non ci sono abbastanza mattoni, calcina, acciaio e cemento? O che non ci sono abbastanza operai?! Oh no, c’è abbondanza di tutto questo. Bene, se ci sono mattoni, calcina, acciaio, cemento e operai allora perche non trasformare in case tutti questi materiali?! (J.M.Keynes 12 Aprile 1942)
Vorrei che la gente si interrogasse su questo: Com’è possibile che lo Stato di una nazione come l’Italia non ha i soldi?! Cos’è il denaro? Come e da chi viene creato?! I media ci bombardano di scfiocchezze come il debito pubblico, la crisi, le austerità o peggio ancora il pareggio di bilancio! Il governo illegittimo Renzi continua a praticare tagli agli enti locali costringendoli ad aumentare le tasse ai propri cittadini e intanto il fantasma del debito pubblico aumenta di giorno in giorno. Com’è possibile?! La sola verità è che cedendo la sovranità monetaria ai banchieri privati dell’euro ci siamo ridotti ad un paese del terzo mondo.

Lo Stato è l’unico ad avere il potere di stampare moneta dal nulla! Uno Stato con moneta sovrana non puo mai rischiare di fallire o di essere a corto di liquidità. Entrando nell’euro, invece, dobbiamo chiedere in prestito la moneta ai banchieri privati della BCE e restituirla con gli interessi, è ovvio che il “debito” si autorigenera all’infinito rendendosi impagabile. Ma cos’è in realtà questo terrificante debito pubblico? Guardate nel vostro portafogli o nel vostro conto in banca. Quello è il debito pubblico di una nazione. La ricchezza dei cittadini. Praticando il pareggio di bilancio invece, se lo Stato spende cento e tassa cento ai cittadini non resta nemmeno un centesimo. Uno Stato dovrebbe invece spendere a deficit di bilancio per garantire la piena occupazione, i servizi, e dare la possibilità alle famiglie di sopravvivere. Ad esempio spendere cento e tassare venti . Cosi come c’è da smentire la zingarata che le tasse finanziano la spesa pubblica.

E’ assurdo. Le tasse sono semplicemente un termostato per regolare l’economia di una nazione. E’ assolutamente indispensabile uscire dal becero convenzionalismo del cretinismo economico imposto ad arte dalle elite finanziarie e propagandato con la criminosa complicità della classe politica che ha governato questo paese negli ultimi vent’anni. Prima di entrare nell’euro eravamo la quinta potenza economica al mondo, prima nazione al mondo per risparmio privato, ora siamo sull’orlo del fallimento. Ed è impensabile attribuirne le cause agli evasori fiscali, agli sprechi o alla criminalità organizzata. Come se per prosciugare il mediterraneo bastasse tirar via qualche secchio d’acqua. Sono sicuramente delle piaghe sociali da combattere ma che sono sempre esistite e non hanno alcun ruolo di rilievo nell’attuale situazione economica del nostro paese.

C’è da rendersi conto che si tratta di una lotta di sopravvivenza contro uno Stato tiranno, servo della BCE e della CE, che riguarda anche e forse soprattutto i piccoli comuni. Tra le soluzioni non risolutive ma che porterebbero sicuramente un giovamento alle economie locali c’è quella dell’adozione di una moneta complementare. In questo modo si aumenterebbe il potere d’acquisto di cittadini, commercianti e produttori locali. Maggiore sarà l’area di accettazione della moneta maggiore l’aumento del pil locale. Un idea potrebbe essere quella di una moneta complementare per tutta l’area del fortore o del beneventano.


Ass. Rocco Ciarmoli