Il Liceo artistico beneventano, il “Virgilio” di San Giorgio del Sannio, il “Giannone”, nella duplice accezione di Liceo classico e Convitto. E anche la San Filippo.
Nell'interminabile risiko della scuola sannita sta per essere collocato un ulteriore tassello. Lo storico istituto del capoluogo, radicato al rione Triggio fin dagli ultimi anni del 19esimo secolo, potrebbe rappresentare la soluzione decisiva per il salvataggio del Convitto “Giannone”. Nella delibera che sarà varata nelle prossime ore dal presidente della Provincia Claudio Ricci per la modifica del dimensionamento scolastico ci sarà una duplice opzione: alla Regione verrà prospettata la possibilità di aggregare il Convitto di Piazza Roma con il Liceo “Giannone” di Piazza Risorgimento, o in subordine all'Istituto “San Filippo” (Primo circolo) di Benevento.
Saranno quindi gli organismi regionali a pronunciarsi sulla duplice chance, non necessariamente in uno o nell'altro senso dal momento che Napoli potrebbe anche determinarsi per il mantenimento dello status quo che equivarrebbe in pratica alla scomparsa del Convitto. Alla Rocca comunque non considerano gerarchizzate le due ipotesi e dunque lasciano all'amministrazione regionale (che verrà) il compito di decidere quale delle due è più congrua al raggiungimento di un obiettivo che, almeno a parole, tutti dicono di condividere.
Unanimismo che viene messo fortemente in discussione da Norma Pedicini. La dirigente del Liceo Giannone ha diramato oggi una dura nota per stigmatizzare il comportamento dei sindacati al tavolo di concertazione svoltosi martedì in Provincia sulla ipotesi di accorpamento tra lo stesso Liceo e il Convitto. “Abbiamo appreso, per le vie brevi, con profondo rammarico e stupore – rileva Pedicini - che la nostra proposta di aggregazione con il Convitto Nazionale “Giannone”, nell’arco della stessa giornata è passata dall’entusiastica accettazione da parte del Presidente della Provincia, che l’ha rilanciata sulla stampa, alla totale disapprovazione da parte del tavolo interistituzionale convocato dalla stessa Provincia per rivedere l’ormai famosa delibera di dimensionamento che aveva accorpato il “Virgilio” con “l’Artistico”, lasciando “sospesa nel vuoto” la sorte del Convitto Nazionale. Miracolo della Politica. Proprio per non far morire una storica scuola della città, il nostro Liceo ha avanzato la proposta di aggregazione rilanciando il Liceo Classico Europeo, per la cui istituzione, ai sensi della vigente normativa, è condizione indispensabile la presenza del Convitto nazionale. Basterebbe informarsi un po’ e verificare che in tutte le città italiane sedi di Convitti Nazionali esiste il Liceo Classico Europeo che trova grande accoglienza nell’utenza, proprio per quella dimensione europea di cui oggi si avverte sempre di più il bisogno.
Avellino, Napoli, Roma, hanno Convitti Nazionali di grande eccellenza, tutti con sezioni di Liceo Europeo che ben si integrano con le classi di liceo tradizionale. Ed è proprio in questa ottica che abbiamo avanzato la nostra proposta, convinti che anche Benevento meritasse un’offerta formativa più ampia, una scuola di respiro europeo con delle radici ben salde nella storia, considerata anche la comune origine delle due Istituzioni scolastiche. Ebbene – lamenta Pedicini - il tavolo interistituzionale, i sindacati seduti a quel tavolo hanno ritenuto tutto ciò non necessario, non utile, e invece di interrogarsi sulle cause per cui oggi il Convitto è praticamente “morto” con una sola classe di scuola secondaria di I grado in organico, bocciano la proposta che, pur nella difficoltà organizzativa, di cui siamo ben consapevoli e che avrebbe richiesto il supporto convinto di tutte le forze, avrebbe potuto costituire un nuovo inizio per il Convitto, in una prospettiva culturale e formativa utile per tutta la città. Ci dispiace ancora una volta – conclude Norma Pedicini - che la “politica” (compresa quella sindacale) non abbia saputo avere uno sguardo lungo, orientato al futuro e abbia preferito ripercorrere sentieri già battuti, tendenti a conservare stancamente lo “status quo”. E’ una sconfitta per tutti”.
Paolo Bocchino
