Da Benevento a Castelpagano: la classifica dei comuni poveri

Dichiarazioni dei redditi 2014: i centri sanniti agli ultimi posti nella graduatoria nazionale

Benevento.  

Vivere con meno di novemila euro l'anno, lordi. Un'impresa che deve riuscire agli abitanti di Castelpagano, il comune della provincia di Benevento con il più basso reddito medio pro capite.

Le statistiche pubblicate dal Ministero delle Finanze sulle dichiarazioni fiscali dell'anno 2014 fotografano una condizione di grande difficoltà per gran parte dei centri sanniti. Oltre la metà dei comuni è infatti al di sotto della media nazionale dei redditi e la gran parte si piazza nelle parti basse della classifica della ricchezza.

Primo in provincia è il capoluogo Benevento con un reddito pro capite di 18.635 euro che gli vale la posizione numero 2.289 in ambito nazionale (su 8.058 comuni). Ma va detto al contempo che la città sannita è la peggiore in Campania essendo sopravanzata da Caserta (21.819 euro), Salerno (21.072 euro), Avellino (21.039 euro) e Napoli (19.730 euro). E non è tutto: in regione fanno meglio di Benevento non soltanto Capri, primatista in Campania con 21.862 euro, ma anche Procida, San Sebastiano al Vesuvio, Sorrento, Portici, Piano di Sorrento, e persino Mercogliano!

Tornando al Sannio, la classifica dei comuni più agiati vede al secondo posto Telese (17.552 euro e posizione numero 3.228 nella graduatoria nazionale), seguita da San Giorgio del Sannio (16.886), Sant'Angelo a Cupolo (16.371), Arpaise (16.075), Paolisi (15.900), San Nazzaro (15.883), San Nicola Manfredi e Ceppaloni, appaiate a 15.761 euro.

Livelli di reddito che comunque non si possono ritenere particolarmente soddisfacenti se si considera come Airola, decimo nella classifica provinciale con 15.340 euro a testa, è soltanto numero 5.077 nella graduatoria italiana.

Del resto il panorama dei comuni beneventani è caratterizzato perlopiù da una condizione reddituale anemica. Un gran numero di centri si colloca nella fascia 10.000 / 15.000 euro. Si tratta, elencandoli per importi decrescenti, di San Martino Sannita, Ponte, Foglianise, Montesarchio, Amorosi, Solopaca, San Leucio del Sannio, San Salvatore Telesino, Apollosa, San Lorenzello, Vitulano, Castelvenere, Frasso Telesino, Cerreto Sannita, San Lupo, Melizzano, Calvi, Pietrelcina, Dugenta, Arpaia, Moiano, Sant'Agata de' Goti, Campoli Monte Taburno, Torrecuso, Cautano, Castelpoto, Pannarano, Campolattaro, Limatola, Forchia, Pontelandolfo, Puglianello, Sassinoro, Paupisi, Bonea, Apice, Morcone, Bucciano, San Marco dei Cavoti, Paduli, Fragneto Monforte, Buonalbergo, Durazzano, Molinara, Sant'Arcangelo Trimonte, Guardia Sanframondi, Pesco Sannita, Faicchio, Santa Croce del Sannio, San Lorenzo Maggiore, Fragneto l'Abate, Circello, Tocco Caudio, Cusano Mutri, San Bartolomeo in Galdo, Reino, Casalduni, Foiano Valfortore, Montefalcone Valfortore.

E c'è molta Valfortore soprattutto nella fascia di ricchezza più bassa, quella con redditi inferiori a 10.000 euro. Ad aprire la black list dei comuni più poveri del Sannio è Colle Sannita dove nel 2014 sono stati dichiarati redditi medi pari a 9.944 euro. Fanno ancora peggio Pietraroja (9.733 euro), Pago Veiano (9.631), Baselice (9.603), San Giorgio la Molara (9.310), Castelvetere Valfortore (9.221), Ginestra degli Schiavoni (9.015). Chiudono l'elenco Castelfranco in Miscano con 8.666 euro e Castelpagano che con 8.647 euro è tra i comuni più poveri d'Italia (posizione 8.045 su 8.058 comuni).

Da registrare infine un ultimo dato, confortante ma fino a un certo punto. Le statistiche ministeriali indicano che soltanto dieci comuni del Sannio sui 78 totali hanno visto decrescere il proprio reddito medio nel corso dell'ultimo anno. Si tratta di Sant'Angelo a Cupolo, Amorosi, Arpaia, Campolattaro, Fragneto Monforte, Durazzano, Montefalcone Valfortore, Pietraroja, Castelpagano e Castelvenere. Quest'ultimo con un calo del 3,6 per cento è il comune che ha subìto la più consistente contrazione. Appare comunque evidente che i municipi sanniti non possono gioire più di tanto per non aver perso ulteriori fette della già scarsissima ricchezza.

Paolo Bocchino