"Quali gli attori per lo sviluppo della città e del Sannio?"

Convegno organizzato per domani dal gruppo consiliare del Partito democratico

Benevento.  

 Domani nella sede del Partito democratico di Benevento, alle 17, si svolgerà un incontro dal titolo “Quali gli attori e quali agli ambiti territoriali per lo sviluppo della città di Benevento e del Sannio?”.
All'incontro relazioneranno: per l'Unioni dei Comuni, il professore Tammaro Chiacchio, Già Unisannio; Osvaldo Cammarota, Consulente del Formez che parlerà del Sistema territoriale di Sviluppo e l'avvocato Giuseppe Pascucci che relazionerà invece sulla “riaggregazione dei Comuni.

“Il settennio di programmazione europea si sta dipanando”, scrive in una nnota il capogruppo consiliare Pd Giovanni Zarro. “Si compone di 84 mesi. Ne sono trascorsi 18. Gli altri passeranno in fretta. I primi 18 mesi sono stati utilizzati, prevalentemente, per attendere! I problemi dello sviluppo della città e del Sannio restano in tutta la loro importanza e gravità! Ma anche urgenza! Come la città di Benevento ed il Sannio pensano di utilizzare le risorse europee? Quali problemi intendono affrontare? Quali target intendono perseguire? Con quali progetti? Quale la capacita di investimento? E soprattutto chi è il responsabile di una operazione così complessa? E’ una attività istruttoria che può essere messa in campo e svolta pienamente e completamente!

Inoltre, è doveroso fare chiarezza. Nella città e nella provincia. I temi ricordati, rilevanti, importanti, decisivi restano ancora confusi nel sentire collettivo. Il popolo, naturalmente, vuole, domanda sviluppo; ma non conosce il programma che si intende realizzare a livello locale. Sa, viceversa, gli interventi nelle infrastrutture stradali ed autostradali, in quelle della logistica, di livello statale; non sa quanto si prepara a livello locale mettendo a profitto la finanza europea. E soprattutto non sa se è in preparazione qualcosa! Non sa il programma; non sa chi si assume la responsabilità politica di pensarlo, di progettarlo e di mandarlo a realizzazione. Ed il dovere della politica è essere responsabile! Che nel caso specifico significa, dire le cose che si fanno, come si fanno, con quale finanza, chi è il responsabile. Serve chiarezza; urge superare lo stato di confusione!

Dunque, cosa fare? Quale problema affrontare? E’ ben noto che il problema centrale e che interessa tutte le zone interne, e secondo un livello di gravità pressoché uguale, è la desertificazione. Processo, questo, sociale ed economico. Individua un moto di abbandono sociale delle nostre zone, la fuga dei cervelli, ma anche la fuga dei lavoratori. O peggio ancora la loro disoccupazione. La consistenza demografica dei nostri comuni e dei nostri territori tende irrimediabilmente a decrescere. Avanza la denatalità! Molti nostri comuni sono privi delle leve di rincalzo. Molte scuole elementari hanno chiuso o stanno per chiudere. Il fenomeno incomincia ad interessare in modo strutturale anche gli istituti superiori. Lo stesso per i servizi postali. Il trasporto pubblico. Gli altri servizi territoriali. Individua anche un altro processo: quello economico. Il livello complessivo delle attività economiche decresce, si riduce, si allenta. Molte attività commerciali, artigianali, piccole imprese dei servizi hanno chiuso le loro attività. Quelle che restano, svolgono le loro attività con fatica, con sudore. Ed, anche, molte di esse pensano di chiudere! E la depressione civile avanza; avanza lo sconforto civile!

Chi deve governare questo processo? La politica naturalmente. In particolare la Provincia ed i Comuni. Enti locali che per legge hanno il compito di promuovere lo sviluppo. In primo luogo, di contrastare la decrescita in atto. E lo devono fare in un quadro regionale ben definito.

Qui ci sono difficoltà da affrontare. Ci sono debolezze da fronteggiare. Non è ancora operativo il quadro regionale di interventi: il famoso Por. Mancano anche i soggetti capaci di assumere iniziative in materia. L’Ente titolato, più di altri, ad agire sarebbe la Provincia. Amministrazione in grado di elaborare e realizzare un piano complessivo di contrasto alla desertificazione. Valevole per tutto il territorio provinciale. Magari in sinergia con le province contermini di Avellino e Caserta. Di assumere iniziative quanto al Piano Nazionale delle Zone interne. Che opera altrove! E perché non per Benevento? Ma la provincia si trova in mezzo al guado tra la vecchia provincia che sarà cancellata e la nuova provincia Del Rio che non è, ancora, ben configurata! Ma poi la Provincia del Rio potrà continuare la sua attività o sarà cancellata anche essa? Il dubbio, ad ora, non è stato, definitivamente, sciolto. Allora chi? I Comuni? Il comune di Benevento è in grado di rispondere presente per questo daffare. E quale altro? Forse nessun altro. L’Europa, peraltro, non vuole interventi lillipuziani. Vuole interventi capaci, anche per la loro dimensione, di invertire la rotta economica. Dalla decrescita alla crescita! Ecco allora la strada: le unioni dei comuni, la riaggregazione dei comuni o la rete dei comuni per lo sviluppo. Strada che ha seguito il Comune di Benevento, assumendo l’iniziativa di dare luogo al Contratto di Fiume.

Ecco la ragione della riflessione di lunedì (domani ndr). I consiglieri comunali sanniti devono convincersi che non si può chiudere gli occhi di fronte alle Unioni dei Comuni. Vanno costituite. Rapidamente. Urgentemente! Senza di esse sarà difficile attingere, efficacemente, alla finanza straordinaria dei fondi strutturali. E potrebbe passare un altro settennio senza aver ottenuto risultati adeguati. Significativi. Non solo. Prolungando all’infinito il disagio di oggi! Costituire le Unioni, dunque! Come? Le Unioni vanno costituite tenendo presente il loro ambito di attività; e questo dovrà coincidere con gli ambiti dei Sistemi territoriali di Sviluppo (Sts). Già disegnati sul territorio dalla Regione Campania. Ecco dunque, il nuovo schema dello sviluppo. Da una parte i soggetti dello sviluppo le Unioni tra Comuni; dall’altra, gli ambiti territoriali di sviluppo: i Sistemi Territoriali di sviluppo (Sts). Il propellente di questo nuova partita dello sviluppo: la finanza straordinaria, quella dei fondi strutturali. Certo segue la riaggregazione complessiva dei Comuni ed il ruolo delle Associazioni temporanee di scopo (ATS)"

 

 

Redazione