La diga e il buco: da un milione di euro

La Provincia prova a recuperare i costi per l'invaso di Campolattaro. Ma la ditta è fallita

Benevento.  

La diga di Campolattaro si avvia placida verso i suoi primi quarant'anni. Periodo nel quale com'è noto l'invaso non è riuscito a fare altro che bella mostra di sé.

Per il futuro si ipotizzano investimenti capaci di rendere produttivo un bene potenzialmente redditizio. Conosciuto ma raffreddato il progetto degli svizzeri della Bkw per la realizzazione di una maxi centrale idroelettrica, assai più criptico l'interesse di investitori cinesi che qualche settimana fa hanno incontrato a Roma il sottosegretario Umberto Del Basso De Caro per un primo approccio.

Ma se sul piano operativo il super bacino idrico del Tammaro non ha finora mosso un solo passo, non altrettanto può dirsi sul fronte della spesa di fondi pubblici. Circa 70 miliardi di lire solo per la costruzione, somma stanziata dall'allora Cassa per il Mezzogiorno nel 1980 e nel tempo decisamente lievitata.

Tra i mille rivoli delle risorse statali andati a finanziare la diga sannita merita una particolare segnalazione la quota spesa dalla Provincia di Benevento, ente gestore del bene, negli scorsi anni per la sistemazione idrogeologica del versante Nord Est, nel comune di Campolattaro. Opera che la giunta provinciale approvò nel maggio del 2000 dando mandato per l'esecuzione a una società emiliana, la Coop Costruttori di Argenta (Ferrara). Affidamento rivelatosi però senza fortuna. Già nel 2003 la Coop fu posta in amministrazione straordinaria e la Provincia dovette quindi dichiarare risolto il contratto.

Ciò non garantì alla Rocca di chiudere definitivamente i conti con il soggetto imprenditoriale che pur in amministrazione controllata proseguì la propria attività formalizzando, e siamo nel 2005, il certificato di collaudo dei lavori eseguiti. E nell'occasione non fece mancare anche la presentazione del conto all'ente sannita: 521.960 euro.

Richiesta che la Provincia riuscì in buona parte a ridimensionare grazie a una lunga battaglia nelle aule di giustizia al termine della quale, nel luglio scorso, ha riconosciuto alla ditta la liquidazione di “soli” 95.333 euro.

Ma anche in questo caso la partita non può dirsi chiusa e l'ente provinciale prova adesso a giocare un corposo contropiede. Con atto firmato dal dirigente del settore Avvocatura Vincenzo Catalano la Rocca ha avviato la procedura (presso il Tribunale di Ferrara; avvocato domiciliatario il beneventano Francesco De Pierro) per il recupero di 835.730 euro nei confronti della Coop Costruttori, somma che la Provincia ritiene di vantare a giusta ragione nei confronti dell'ex appaltatore.

Un tentativo doveroso ma che appare velleitario dal momento che la Coop è sempre più vicina al crac definitivo come testimoniano le cronache emiliane degli ultimi giorni. Con il rischio concreto dunque che la diga campolattarese provochi suo malgrado un grosso buco nelle casse della Provincia.

Paolo Bocchino