I numeri di una nuova crisi: 11 licenziamenti al 118

Fallito il tavolo anti esuberi. Misericordia sta per far partire le lettere di fine rapporto

Benevento.  

Adesso i licenziamenti sono davvero a un passo. E' rottura pressochè definitiva tra Confederazione nazionale delle Misericordie e operatori del servizio 118 dopo che nei giorni scorsi l'assemblea dei lavoratori ha bocciato la proposta formulata dal gestore. Proposta che, lo ricordiamo, prevedeva la rinuncia del 50 per cento degli arretrati per l'anno 2014 e il pagamento differito in tre soluzioni dell'adeguamento per la stagione 2015, la rinuncia all'innalzamento del tetto retributivo da 36 a 38 ore settimanali e l'istituzione della Banca ore. Un pacchetto finalizzato, secondo la società affidataria del servizio di emergenza Asl, a scongiurare la necessità di procedere a 11 esuberi (6 autisti soccorritori e 5 infermieri) per effetto della stipula del nuovo contratto nazionale di categoria.

Proposta che come detto è stata respinta dal personale riunitosi venerdì in assemblea. I 35 operatori (sui 119 totali) presenti all'appuntamento indetto da Cgil, Uil e Cisl avevano bocciato le condizioni poste dalla “trojka” di Misericordia, dicendosi disposti ad accettare esclusivamente il congelamento dell'attuale tetto retributivo a 36 ore.

La palla è così ripassata nel campo della Confederazione che questa mattina ha preso parte al tavolo di crisi convocato a Benevento negli uffici del Centro per l'impiego. Misericordia, attraverso le parole del direttore tecnico Gionata Fatichenti, ha respinto a propria volta la controproposta scaturita dall'assemblea di venerdì giudicando immodificabile il pacchetto di istanze posto a condizione del ritiro degli 11 esuberi. Un muro contro muro che dunque rischia ora di tradursi nei paventati licenziamenti con l'invio delle relative lettere che non dovrebbe farsi attendere a lungo. Situazione chiaramente non auspicabile in un contesto come quello sannita che di posti di lavoro persi negli ultimi anni ne ha visti fin troppi.

E per i sindacati (presenti al tavolo Cgil, Cisl, Uil e Cub) la scelta di Misericordia è non solo ingiusta ma ingiustificata: “Ancora una volta – lamenta il responsabile della sanità privata della Cgil Pompeo Taddeo – ci troviamo di fronte a un comportamento assolutamente deprecabile da parte del gestore di un servizio pubblico lautamente pagato dalla Asl. Misericordia ha richiesto il tavolo di crisi ex legge 223/91 in virtù di una precisa condizione intervenuta con la stipula del nuovo contratto: l'impossibilità di garantire il tetto massimo di 38 ore settimanali a tutti i lavoratori. Allorchè gli stessi lavoratori sono disponibili ad accettare la non applicazione di tale tetto, il gestore cambia le carte in tavola e pretende comunque la rinuncia a parte degli arretrati e la istituzione della Banca ore, dimostrando la pretestuosità della richiesta iniziale. Peraltro, è quantomeno paradossale che un'azienda adesso licenzi 11 operatori quando non più tardi di quattro mesi fa ne ha assunto 4. Non possiamo tollerare – conclude Taddeo – che Misericordia interpreti capziosamente leggi e contratti con l'unico fine di massimizzare il proprio guadagno a scapito del personale dipendente, esempio di professionalità e abnegazione”.

Paolo Bocchino