«Non c'è bisogno nè di gay pride, nè di unioni civili»

La nota de Il Cammino dei Tre Sentieri a proposito dell’incontro della senatrice Cirinnà

Benevento.  

Interviene, in occasione dell’intervento della senatrice Monica Cirinnà nella Sala Consiliare di Palazzo Mosti, Il Cammino dei Tre Sentieri. Il gruppo “fa presente che il DDL Cirinnà sull’unioni civili renderà possibile l’adozione di bambini in coppie omosessuali malgrado la maggioranza degli Italiani sia contraria e malgrado molti politici e media neghino questa eventualità. Pertanto Il Cammino dei Tre Sentieri ritiene necessario che si sappiano almeno quattro cose in merito a questo DDL:
nell’ultima redazione del DDL (Articolo 5) si prevede che un bambino può essere adottato “dal coniuge o dalla parte dell’unione civile tra persone dello stesso sesso nel caso in cui il minore sia figlio anche adottivo dell’altro coniuge o della parte dell’unione civile tra persone dello stesso sesso.” Si tratta della cosiddetta stepchild adoption: il “civilunito” omosessuale può adottare il figlio, biologico o adottivo, della persona omosessuale “civilunita” con lui.

 

Ma non solo adozioni, il DDL Cirinnà spinge anche alla riprovevole pratica dell’utero in affitto. Facciamo un esempio: Caio e Tizio, omosessuali, si uniscono civilmente grazie alla Legge Cirinnà. Caio va in India dove “acquista” un bambino con l’“utero in affitto”: utilizza il suo seme per fecondare artificialmente l’ovulo di una donna indiana, la quale, per pochi soldi, porta avanti la gravidanza. Caio può tornare in Italia con il bambino perché è biologicamente suo. A questo punto anche Tizio, che è unito civilmente con Caio, può adottare il bambino.

 

Il DDL Cirinnà può spingere anche ad un’altra pratica che ugualmente riuscirebbe ad ottenere l’adozione di bambini in una coppia di omossessuali. Una nota sentenza del Tribunale dei Minori del 21 marzo 2013 ha stabilito che un single che ha validamente adottato un bambino all’estero ha diritto di vedersi riconosciuta l’adozione anche in Italia. E così Caio potrebbe recarsi in uno Stato che permette l’adozione per poi farsela riconoscere in Italia. E dal momento che Caio è unito a Tizio grazie alla Legge Cirinnà, l’adozione è ottenuta!

Ma c’è di più. Se è vero che la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo stabilisce chiaramente che nessun Paese che ha ratificato la Convenzione, qualora non avesse nel proprio ordinamento il “matrimonio omosessuale”, è obbligato a introdurlo; è pur vero che la stessa Convenzione afferma che quando vengono approvate le unioni civili, non è possibile alcuna discriminazione delle coppie omosessuali, pertanto queste non possono essere escluse dalle adozioni. E’ il caso dell’Austria, che pur non avendo il “matrimonio omosessuale” ma solo “unioni civili”, è stata obbligata, per queste, a riconoscere le adozioni. Non a caso il sottosegretario Scalfarotto, in una intervista a Repubblica del 16 ottobre 2014 ha affermato: “L’unione civile non è un matrimonio più basso, ma la stessa cosa. Con un altro nome per una questione di realpolitik.”

E allora Il Cammino dei Tre Sentieri si rivolge: alla Giunta del Comune di Benevento con i Consiglieri di maggioranza, ai Consiglieri di opposizione, all’intera cittadinanza, Alla Giunta e ai Consiglieri di maggioranza chiede di non rincorrere l’inutile andazzo di rendersi sensibile al “politicamente corretto”, finendo poi col trascurare i reali problemi della Città. Proprio in questi giorni tanti padri di famiglia (famiglia secondo l’unico modello possibile) si trovano a dover fare doppi e tripli salti mortali per far quadrare i conti e pagare tasse ormai divenute insopportabili. Solo uno sciocco provincialismo può spingere a inseguire le mode che devono servire come “foglie di fico” per coprire le nudità delle proprie incapacità politiche. I cittadini non hanno bisogno né di gay-pride né di registro di unioni civili, ma di altro. Di una seria politica che sia davvero al loro servizio. Di una politica che renda la città sicura, vivibile, pulita. Di una politica fiscale che non costringa all’impossibile chi non ha i mezzi per sopravvivere.

Ai Consiglieri di opposizione chiede di far sentire la propria voce. Di formarsi e di informarsi, d’intervenire affinché anche la Città di Benevento non rincorra pedissequamente le mode. Occorre una fedeltà ai principi perché i loro elettori a questo guardano e guarderanno. Se un politico non sa lottare per le proprie idee, i casi sono due: o le sue idee non valgono, o non vale lui come politico!

Alla Cittadinanza di alzare le “antenne”. Di non accettare tutto passivamente. Deve finire il tempo in cui si delega e si accetta tutto senza discutere e senza protestare. Occorre uno scatto di orgoglio per salvare il futuro dei nostri figli e della nostra Civiltà”.