«Camera di Commercio, si cambi»

Romano:?«Spesi milioni di euro con zero risultati per il nostro territorio»

Benevento.  

«La Camera di commercio sannita rischia di diventare come la Sierra Leone: un territorio povero nonostante le miniere di diamanti». Ha fatto questo paragone il presidente provinciale di Confcommercio Nicola Romano che in una conferenza stampa all'hotel President, insieme ai rappresentanti provinciali e regionali di Unimpresa (Ignazio Catauro), Casartigiani (Angelo Cipriani), Cidec (Giuseppe Salvati), Confazienda, Fapi (Carmine Giangregorio) e Aicast (Annamaria Formicola), lanciato l'iniziativa “Uniti per crescere insieme”. Non presente, ma a sostegno dell’iniziativa, Confazienda. Al tavolo anche il rappresentante della società di servizi di Confcommercio,?Cat, l’avvocato Massimo Cosenza. L'obiettivo, manco a dirlo, è quello di fare fronte comune per «un immediato cambio di registro nella governance dell'Ente camerale». «Per la prima volta insieme, queste sigle qui riunite – ha chiarito Romano – vogliono sensibilizzare gli Enti preposti allo sviluppo a mettere in campo tutte le iniziative possibili per fermare il degrado imperante nella nostra provincia. Ecco perché ci auguriamo che questo nostro percorso possa essere allargato anche ad altre realtà associative, in particolare del mondo agricolo». Insomma, fare fronte comune si rende «sempre più necessario. Nel corso degli anni la Camera di Commercio – ha sottolineato l'esponente di Confcommercio – ha incassato 160 milioni di euro. E oltre la metà se ne sono andati per spese di gestione ordinaria e stipendi. Con un segretario generale che costa più della Merkel...». Secondo Romano non è più rinviabile «un'attività di rivisitazione dell'attività dell'Ente, chiamata a promuovere davvero le nostre infinite ricchezze: dal vino alla ceramica, dai prodotti al turismo. Sappiamo di non avere la bacchetta magica, ma serve una gestione diversa. Manca del tutto una progettualità degna di questo nome». Nonostante manchi solo un anno alla scadenza naturale del mandato, i promotori dell’iniziativa hanno comunque chiesto il commissariamento, per poi aprire una nuova fase. A far riflettere, secondo?Romano e gli altri rappresentanti presenti al tavolo istituzionale, sono non solo i numeri ma anche alcune scelte strategiche ritenute non all’altezza. «La Valisannio - un altro argomento toccato in conferenza stampa - ha rappresentato solamente costi aggiuntivi, senza lasciare nulla di concreto sul territorio. Oggi si parla di mettere in campo delle Fondazioni. Noi - ha aggiunto Romano - temiamo che si arrivi allo stesso, dannoso, risultato». E ancora:?«Il fallimento di queste politiche è sotto gli occhi di tutti. Lo dicono i numeri, non noi. Ecco perché serve un cambio di rotta». La missiva con la richiesta di commissariamento è stata inviata a Roma, e riporta indicazioni dettagliati sulle motivazioni. Ma Romano non ha mancato di riservare un durissimo affondo contro il presidente Antonio Campese. «Dice che noi saremmo come la volpe e l’uva. Semmai la volpe è lui, visto che aspirava da anni a quella carica - ha detto Romano - . Più che volpi, servono operai animati da buona volontà. Nulla di personale contro nessuno, ma parafrasando Papa Francesco, servirebbe un calcio dove non batte il sole...».