Tempi duri per lo Stir a Casalduni, chiesta cassa integrazione

I sindacati chiedono un incontro urgente per salvaguardare la posizione di 55 lavoratori

Benevento.  

Non è certo un buon momento per le società partecipate di Comune e Provincia. Dopo i fallimenti dell'Amts, l'azienda comunale dei trasporti pubblici e di Art Sannio, la partecipata che gestisce i poli museali nel Sannio per la Provincia, la scure sembra ora dirigersi sui dipendenti della Samte srl, la società che gestisce il ciclo dei rifiuti presso lo Stir di Casalduni. Ad accendere i riflettori sulla nuova crisi sono stati i sindacati. Con una nota, infatti, Cgil, Cisl e Uil hanno scritto al vicepresidente della Regione, Fulvio Bonavitacola, al Prefetto di Benevento, Paola Galeone, al presidente della Provincia, Claudio Ricci e all'amministratore unico della Samte, Nicolino Cardone. “La direzione Amministrativa Samte srl di Benevento – scrivono i sindacati nella nota congiunta – ci hanno informato di avviare lo strumento della Cassa Integrazione. La decisione di ricorrere allo strumento di cassa integrazione sarebbe motivata dal perdurare di un crisi strutturale che dal 2010 ad oggi ha visto gradualmente un calo considerevole dei volumi di materiali da lavorare. Si è passati dalle 60 mila tonnellate del 2010 alle 29 mila del 2015 le quali, sostanzialmente, non coprono i costi di gestione. Inoltre, ad aggravare il quadro economico finanziario della società ci sono i Siti delle discariche post-mortem (quelli in stato di sequestro giudiziario, affidati in gestione alla Provincia di Benevento). In questo contesto, per dare una prospettiva all’impianto e garantire i livelli occupazionali ai 55 lavoratori dello Stir di Calsalduni, abbiamo sollecitato ripetutamente l’azienda ad intraprendere iniziative tese a ristrutturare e diversificare le lavorazioni. Tuttavia, abbiamo dovuto riscontrare che i diversi progetti presentati dallo staff tecnico della Samte, che prevedono proprio la diversificazione delle attività e il contenimento dei costi di gestione, non hanno ancora avuto l'accoglimento sperato dagli organi competenti in materia. Le scriventi, preoccupate per l'acuirsi della vertenza, chiedono alla S.V. un incontro urgente, onde evitare ulteriori ricadute sui livelli salariali dei 55 lavoratori dello Stir di Casalduni per l’ imminente ricorso allo strumento della Cassa Integrazione che potrebbe, in un momento di incertezza normativa, compromettere il futuro dei livelli occupazionali di tutti i dipendenti e il futuro delle loro famiglie in una regione già fortemente e drammaticamente segnata dalla crisi dei consorzi di bacino”.