Il bonus bebè inaugurato nel 2015 potrebbe raddoppiare l’anno prossimo, complice il calo della natalità che si sta registrando proprio dal 2015, quando il numero dei nuovi nati è sceso sotto la soglia dei 500 mila. Sarebbe questa l’intenzione del Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, pronta a inserire l’aumento nella prossima legge di Stabilità. L’idea è quella di raddoppiare il bonus bebè, portando la quota mensile per il primo figlio a 160 e 320 euro, a seconda della soglie di ISEE. Allo stesso modo anche il bonus per il secondo figlio passerà dai 160 euro attuali a 240 e 400 euro a seconda della soglie ISEE in cui si rientra.
Per la Uil: è da oltre un anno, che stiamo denunciando i rischi sistemici che possono derivare dalla crisi demografica, corollario - nel nostro Paese - di quella economica. Peraltro, mentre si fanno sempre meno figli (1,34 a coppia è una media che, sul lungo periodo, ci destina all'estinzione), per la prima volta dal dopoguerra a oggi è diminuita anche l'aspettativa di vita. Tutto deriva da una continua destrutturazione del nostro welfare. Il possibile incremento del bonus bebè, dunque, è una buona notizia. Il punto, però, è sempre lo stesso: con gli annunci non si cambia il Paese. Vediamo se e come questa proposta sarà attuata, e allora applaudiremo.
“Resta il fatto – osserva Fioravante Bosco, segretario generale aggiunto della Uil Avellino/Benevento - che la politica del bonus rientra nella logica dei provvedimenti tampone e della provvisorietà: vanno anche bene, ma per uscire dall'emergenza in modo definitivo servono scelte strutturali. Basti pensare, per esempio, ai pochi asili nido esistenti e all'esorbitante costo di quelli privati. Se non diamo stabilità al lavoro dei giovani, che continuano a non trovare occupazione nonostante la propaganda sul jobs act, e non diamo loro certezze nel futuro con realistiche prospettive di sviluppo, si continueranno a non fare figli, nonostante il bonus bebè”.
Redazione Bn