Caritas presenta dossier alluvione: la forza della solidarietà

Accrocca: il lavoro in questa tragedia deve diventare metodo per il futuro

Benevento.  

Sommersi dalla crisi, riemersi dal fango. A un anno dalla terribile alluvione che ha messo in ginocchio il Sannio la Caritas, nel suo dossier dedicato alla povertà, fa il punto sulle conseguenze del tragico evento del 15 ottobre 2015.
I dati, le realtà, le storie. C'è tutto nella mattinata in programma alla Cittadella della Carità di via San Pasquale. C'è l'onda umana dei volontari 1391 persone che hanno prestato il loro aiuto, ci sono i 21mila pasti offerti, ci sono i numeri, sì. Ma scompaiono di fronte all'intensità di una solidarietà tangibile avvertita anche da chi ne ha solo sentito parlare.

«'Se non ci fosse stata la Caritas'. L'ho sentito dire spesso nei racconti dell'alluvione». Parte da qui l'arcivescovo, Felice Accrocca per raccontare una tragedia che ha vissuto solo nei terribili ricordi degli altri.
«Venendo ho visto un territorio che porta i segni del disastro – spiega – e questo deve spingerci a chiedere se siamo lavorando per il recupero. In quei giorno, però, la Caritas ha rappresentato una realtà che ha fatto da coagulo a tutte le forse sociali. E' stata un'esperienza dolorosa ma ci ha fatto crescere e ha evidenziato, anche per la chiesa, una consapevolezza diversa. Quella dell'essere uniti nel fronteggiare una tragedia, prima di tutto. E questo deve essere il monito: essere uniti per realizzare un progetto condiviso. Il lavoro in questa disgrazia deve diventare il metodo per il futuro».

Don Nicola De Blasio, direttore della Caritas, punta i riflettori sulle famiglie. «Sono loro a trovarsi ancora in difficoltà, molti non sono più rientrati nelle loro case. Tanti i giovani che hanno perso il lavoro e non c'è altro da fare che svegliarsi e creare un modo per tenerli in questa terra, creando opportunità. Evitando che scappino via». Prima dell'incontro Don Nicola ha celebrato la Santa Messa presso la Chiesa di San Pasquale.
 

E il focus sull'alluvione nel dossier della Caritas racconta di quattro rapporti che rappresentano il resoconto dei fatti relativi ai diversi periodi (dalla prima settimana alla fine dell'anno 2015, con cui si è considerato terminato il periodo più critico dell'emergenza). 
I fondi raccolti al 31 dicembre 2015, grazie agli aiuti prestati con le erogazioni volontarie di privati e di enti che hanno generosamente risposto all'appello sono stati, in totale, 388.879,98, quelli spesi al 31 dicembre sono stati 334.033.00.

Gli interventi istituzionali del commissario per l'emergenza Giuseppe Grimaldi e quelli del sindaco Clemente Mastella e del vice sindaco Erminia Mazzoni, si concentrano sulla ricognizione dei danni, sui finanziamenti ottenuti, sulle necessità ancora troppo presenti.
Batte nuovamente sul problema delle infrastrutture mancanti il sindaco, Clemente Mastella. Ribadisce la necessità di intervento dell'amministrazione, dopo la prima fase affidata al Governo e alla Regione, invece Grimaldi.
“E’ stato un evento eccezionale che porta una serie di problematiche. L’ordinanza di Protezione Civile fa da tampone. I danni sono 1 miliardo 113 milioni, la maggior parte strutture pubbliche. Sono stati fatti 750 interventi a Benevento. Sono state finanziate strutture strategiche come scuole, ponti. Per quanto riguarda l’importo preciso degli interventi si attendono gli elenchi definitivi. Per quanto riguarda le schede si è registrato un calo: da 625 a 181 schede dal beneventano. Per danni a grandi imprese spero in una correzione legislativa”.

 

Fernando Goglia, Direttore del Dipartimento di Scienze e Tecnologie dell’Università degli Studi del Sannio ha illustrato lo studio “Analisi dei danni della filiera agroalimentare provocati dall’alluvione”, nato dall’idea don Nicola De Blasio di istituire una borsa di studio. “Nell’area del fiume Calore distrutti i vigneti, i terreni sono inutilizzabili. Questo lavoro di analisi è realizzato grazie a dati delle Comunità Montane, Regione e Provincia”. Goglia conclude affermando che i “danni stimati sono di 121 milioni di euro e che il lavoro di studio è ancora in corso”.

Angelo Moretti, coordinatore della Caritas Diocesana di Benevento ha denunciato i tempi troppo brevi per la presentazione delle richieste di aiuto. “Le famiglie che la Caritas segue sono nello stesso stato del 15 ottobre. L’alluvione ha immobilizzato le situazioni. Le ordinanze sono uscite ad agosto e le domande scadevano a settembre: su questo c'è stato silenzio, non c’è stato il tempo per aiutare chi ne poteva beneficiare. Le famiglie, con le loro piccole vite quotidiane, sono state messe in condizioni di non potersi rialzare”.

Maria Pia Mercaldo, responsabile OPR di Caritas Benevento ha presentato il dossier 2015 “Sommersi dalla crisi, riemersi dal fango”. “Il 2015 per la nostra Diocesi è stato un anno di novità: settembre il trasferimento, ottobre alluvione. Fino al 14 ottobre 2015 vi erano 391 assistiti. Il 53% degli assistiti è di sesso femminile e di straniera. L’area provenienza di provenienza è Comunità Europea. Si registra un aumento degli assistiti provenienti da Marocco, Romania e altri paesi dell’Africa. Lo stato civile coniugati 39% mentre i celibi 30,4%. Continua la situazione critica dei 40enni e 50enni, giovani in cerca di lavoro. La percentuale di disoccupati mantiene valori alti, 68,5%, netta riduzione dei lavori irregolari. La mensa Caritas è un dato preoccupante, nel corso si è ridotto chi consuma il pasto in mensa, aumento esponenziale di chi ritira il pasto d’asporto”.

Insomma un quadro d'insieme che fa i conti con la realtà e punta ancora una volta l'attenzione sulle storie delle persone che con quell'alluvione hanno perso il lavoro di una vita, l'attività del proprio futuro da poco avviata, la casa in cui vivere, l'auto comprata a rate che continueranno a pagare senza averla.

 

 

Mariateresa De Lucia