Quattro agenti della Penitenziaria aggrediti in carcere

I sindacati denunciano l'ennesimo episodio avvenuto nella casa circondariale di Benevento

Benevento.  

Ancora un’aggressione tra le mura del Penitenziario di Capodimonte. L’ennesimo grave caso di violenza ai danni della Polizia Penitenziaria. A denunciarlo le Segreterie Provinciali delle O.o.s.s. Cgil, Uil, Sinappe e Ugl che riferiscono: “Nel primo pomeriggio (ndr sabato), tre detenuti animati da futili motivi, hanno aggredito tre agenti e un sostituto commissario. A scatenare la prima selvaggia aggressione, sembra sia stato un semplice richiamo verbale proferito da parte di un agente circa una basilare norma del regolamento penitenziario, in merito alla sicurezza. Da qui i ristretti, fingendo apparente calma e, manifestando, addirittura, pentimento per quanto fatto, avevano in realtà pianificato il prosieguo della loro violenta esibizione e appena le condizioni sono risultate favorevoli, si sono scagliati improvvisamente con calci e pugni, contro altri operatori della polizia penitenziaria, tra cui il responsabile dell'area trattamentale, proprio quell'area deputata più di ogni altra al recupero dei detenuti attraverso varie attività formative e ludiche e sui cui tante risorse sono state investite in questi anni. Diverse le contusioni e le ecchimosi riportate dai tre poliziotti, più seria è apparsa invece la situazione per il graduato. E' stato dunque necessario ricorrere per tutti alle cure mediche presso il pronto soccorso del Rummo, dove i medici hanno diagnosticato loro prognosi di 10 giorni”. Quindi commentano: “Il grave episodio, ultimo tra tanti, è solo l'ennesima triste conferma di ciò che le organizzazione sindacali denunciano da anni e per cui è stato dichiarato lo stato di agitazione permanente e l'interruzione delle relazioni sindacali con la locale direzione. Risale infatti solo all'autunno scorso l'imponente manifestazione di protesta tenutasi dinanzi ai cancelli della Casa Circondariale e la successiva richiesta di intervento del Prefetto Galeone con cui si era cercato di rappresentare tutto il disagio degli operatori della polizia penitenziaria e il pericolo di una deriva nella percezione degli standard di sicurezza”. E ancora “Se sarà necessario - concludono - saremo pronti a scendere nuovamente in piazza ed attuare ogni forma di protesta consentita, per manifestare tutta la nostra solidarietà ai colleghi barbaramente aggrediti e chiedere interventi concreti da parte dell'amministrazione centrale sui concetti legati alla sicurezza sia degli operatori penitenziari che dei reclusi”.