Camera commercio, no al sequestro beni di Coppola e Ianniello

Respinto l'appello del pm Tillo contro il rigetto stabilito dal gip Camerlengo

Benevento.  

Confermato dal Riesame il no del gip Loredana Camerlengo alla richiesta di sequestro preventivo dei beni, avanzata dal sostituto procuratore Assunta Tillo, per un importo complessivo di circa 190mila euro, a carico di Vincenzo Coppola (avvocati Sergio Rando e Giacomo Papa), segretario generale della Camera di commercio, ed Aldo Ianniello (avvocato Nazzareno Fiorenza), responsabile del servizio Ragioneria dell'Ente, due delle persone coinvolte nell'indagine della Squadra mobile sulle somme che Coppola avrebbe percepito indebitamente.

Peculato l'ipotesi di reato contestata, un “delitto – scrive il Tribunale (Pezza, Polito e Loffredo), che ha dunque respinto l'appello del Pm – che non si ritiene possibile configurare neppure in astratto perchè i due indagati non avevano né il possesso né la concreta disponibilità delle somme delle quali si sarebbero appropriati; i mandati di pagamento furono emessi dal dottore Ianniello al termine di un iter procedimentale che vedeva coinvolti sia la Giunta camerale che il Collegio dei revisori dei conti che l'Organismo indipendente di valutazione, come ben spiegato e documentalmente provato nelle memorie dei difensori”.

Secondo il collegio, “Ianniello non ha esercitato alcuna facoltà discrezionale ma ha semplicemente eseguito quanto deliberato dagli organi competenti. E neppure sono ravvisabili gli estremi della truffa...Siamo solo in presenza di diverse interpretazioni ed applicazioni delle norme di legge regolanti la materia, tanto che anche il Collegio dei revisori ed il presidente della Camera di commercio Campese sembrano aver mutato precedenti orientamenti assunti in materia di retribuzione del segretario generale”.

La conclusione: “Stando così le cose, o si ipotizza un ampio concorso nel reato di peculato (con estensione del numero dei soggetti coinvolti fino a ricomprendere tutti coloro che ebbero parte attiva nella procedura di attribuzione degli emolumenti al segretario Coppola, salvo poi la necessità di dimostrare il dolo) o si deve convenire circa la insussistenza degli estremi del delitto. Tanto a prescindere da ogni valutazione in ordine alla giustezza o meno dei profili di illegittimità denunciati dal dottore Cosimo Cecere nel febbraio 2016 (e rilevati anche dai consulenti tecnici, i professori Laudiero e Ferrara) e fatta salva la necessità di proseguire le indagini anche in ordine a tutte le altre accuse ipotizzate”.

L'attesa è ora per la decisione del Riesame di Napoli, dinanzi al quale il 22 dicembre, come anticipato da Ottopagine, sarà discusso il ricorso della dottoressa Tillo conto la mancata adozione di misure cautelari, stabilita dal gip Camerlengo, per Coppola, Ianniello e due funzionarie.

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