Mastella: rischio di non poter più essere il sindaco

Le lacrime in tribunale. Poi lo sfogo del primo cittadino

Benevento.  

Se condannato potrebbe non essere più sindaco. Le lacrime in tribunale, poi il commento della vicenda sui quotidiani. Clemente Mastella affida il suo sfogo al Corriere “Sono stato tormentato come Giobbe, avrò la sua pazienza?”.
Il sindaco di Benevento commenta la vicenda giudiziaria che lo travolse nel 2008 come leader dell'Udeur e ministro della Giustizia, portando alla caduta del governo Prodi.
Lo ha fatto attraverso i social, il giorno successivo alle dichiarazioni rese in tribunale.

“Sì, ieri alla fine ho pianto. Ero in tribunale a Napoli e dopo quasi dieci anni la mia vicenda giudiziaria vede la conclusione. Ho pianto pensando ai giorni drammatici di quando mi dimisi da ministro. Mia moglie arrestata, uno dei miei figli accusato ingiustamente di aver avuto una macchina in regalo dalla camorra. Un processo da incubo senza prove. Ma questo in Italia può capitare. Ed ogni notte da quel lontano 16 gennaio 2008 mi assale un dolore, mi chiedo: "perché?" Non auguro a nessuno quanto è capitato a noi. Solo grazie alla mia fede, alla forza di volontà che mi ha accompagnato e grazie ai tanti di voi che mi hanno incoraggiato in quei momenti, man mano, mi sono ripreso. Sì, ieri ho pianto”.
 

Poi ha raccontato la vicenda ai giornali. “Ero ministro e mi sono dimesso. Ero segretario di un partito da un milione di voti e addio. Ero influente e mi hanno fatto passare per un Provenzano della politica. Sono sindaco di Benevento, ma se condannato dovrò lasciare. Dieci anni fa avrei esercitato pressioni su Bassolino per una nomina all’Asl di Benevento”.
Il 15 marzo dovrebbe arrivare la sentenza. In caso di condanna, per effetto della Severino, sarà sospeso.