Appalti, quei certificati Soa da ottenere a qualsiasi costo

Diciassette i sanniti indagati nell'inchiesta della Procura di Roma

Benevento.  

Diciassette indagati nel Sannio: cinque a Benevento, tre a Fragneto Monforte, due a San Lorenzo Maggiore, il resto tra Buonalbergo, Apice, Paduli, Airola, Fragneto l'Abate, San Lupo e San Leucio del Sannio. Diciassette delle cinquantuno persone (le altre risiedono nella Capitale, nel Lazio - la gran parte- e nelle province di Napoli, Avellino e Caserta) coinvolte nell'inchiesta della Procura di Roma sui falsi certificati Soa, anticipata ieri da Ottopagine.

Commercialisti, titolari e dipendenti di aziende e intermediari nel mirino di un'attività investigativa curata dalla guardia di finanza, e ora conclusa, che a marzo era stata scandita dall'esecuzione di alcune misure cautelari che non aveva però interessato il nostro territorio. Gli inquirenti ritengono di aver ricostruito il business organizzato da una società di certificazione che avrebbe procurato ad una serie di imprese l'attestazione di cui erano sprovviste per mancanza dei requisiti, consentendo ad esse la partecipazione alle gare pubbliche. In pratica, ai clienti sarebbero stati forniti rami d'azienda già formalmente in possesso dei requisiti per ottenerla.

Operazioni che l'accusa considera meramente cartolari perchè, in realtà, sarebbe stato acquisito il solo certificato, privo dei requisiti oggettivi di capacità tecnica ed economica richiesti dalla norma per lavori di importo superiore ai 150mila euro. Le ipotesi di reato vanno a vario titolo dall'associazione per delinquere al falso ed alla corruzione, quest'ultima prospettata rispetto al prezzo pagato – migliaia di euro -, ed incassato, per un atto contrario ai doveri d'ufficio: il rilascio della certificazione.

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