"I magistrati onorari non sono figli di un dio minore"

Congresso nazionale a Benevento dell'organismo unitario di rappresentanza

Benevento.  

Vengono indicati con acronimi (vpo, got, gdp) di cui non tutti conoscono il significato e, soprattutto, la funzione che ad essi si accompagna. Sono migliaia (avvocati, prevalentemente) e quotidianamente, pur nel range di determinate competenze, sfangano la sempre ansimante macchina della giustizia, consentendole di 'respirare' meglio, da procedimenti che altrimenti ingolferebbero ulteriormente il lavoro di pm e giudici togati. Loro togati non lo sono: sono magistrati onorari (viceprocuratori, giudici di tribunale e di pace), figure istituite per smaltire il pesantissimo fardello degli arretrati, il “dramma del nostro Paese”, diventate indispensabili al funzionamento del sistema giudiziario. Il governo ha di recente approvato un disegno di legge che li riguarda. Una riforma, come spesso accade, con luci ed ombre.

E' su queste ultime che ha puntato, cercando di illuminarle agli occhi dell'opinione pubblica, il congresso nazionale in programma oggi a Benevento, all'auditorium San Vittorino, organizzato dall'Organismo unitario della magistratura onoraria. Isabella De Asmundis ne è il segretario generale, Giuseppe Finamore il presidente. Lunghissima la teoria dei saluti e degli interventi, tutti accomunati dalla sottolineatura del ruolo fondamentale svolto dai magistrati onorari e della discrasia tra la maggiore attribuzione di compiti, nel penale e nel civile, prevista dal Dl, e la riduzione dell'impegno settimanale. Da tre a due giorni.

Nel mirino, poi, una serie di problemi legati ai rapporti economici e alle implicazioni contributive e pensionistiche. Argomenti sui quali si sono intrattenuti, tra gli altri, oltre alla dottoressa De Asmundis, il procuratore generale di Napoli Luigi Riello, Giuseppe de Carolis Di Prossedi, presidente della Corte di appello di Napoli, il procuratore capo di Benevento Aldo Policastro.

“Il decreto ha delle criticità di natura trattamentale – ha affermato il 'numero un' degli inquirenti sanniti -, ma dà grandissima dignità ai magistrati onorari, che non sono da meno dei magistrati professionali. Non sono figli di un dio minore, a Benevento i viceprocuratori onorari sono per me magistrati del mio ufficio”. Policastro ha rivendicato di aver anticipato l'attuazione “dell'ufficio per il processo, nel quale operano cancellieri, tirocinanti, polizia giudiziaria e magistrati”. Una novità alla quale ha fatto riferimento anche il presidente del Tribunale Marilisa Rinaldi, che ha riconosciuto alla riforma una impostazione finalmente organica ed un passo in avanti importantissimo: la formazione e l'aggiornamento dei magistrati onorari, che – ha aggiunto -, per quanto riguarda la nostra realtà, “hanno sempre lavorato tanto. Giudici di tribunale e di pace l'hanno sempre fatto, e continuano a farlo, con decoro e senza lamentarsi nonostante la presenza di difficoltà logistiche degli uffici”.

Una riflessione che ha incrociato il consenso di Alberto Mazzeo, presidente dell'Ordine degli avvocati di Benevento, che ha però espresso il suo dissenso rispetto “a ciò che sta accadendo, all'attenzione concentrata soltanto sugli aspetti economici”. Che, ovviamente, sono determinanti, ma rischiano di far passare in secondo piano “l'apporto fattivo e costruttivo dei magistrati non professionali alla soluzione dei ritardi della giustizia”. Un mondo diventato ancora più complicato negli ultimi dieci anni, ha concluso Fabio Benigni, al vertice dell'Ordine forense di Avellino. Discussione a più voci tra esperti del settore, con un calendario impegnato, nel pomeriggio, da un ulteriore confronto al quale offriranno il loro contributo esponenti del Csm, della politica, il procuratore aggiunto di Benevento, Giovanni Conzo, il presidente ed il segretario della sezione dell'Anm sannita, il giudice Gerardo Giuliano e il sostituto procuratore Donatella Palumbo.

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