Il sequestro preventivo di sei pale eoliche è stato effettuato dalla Guardia di finanza nell'inchiesta coordinata dalla Procura di Benevento. Si tratta di impianti per la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile eolica che secondo l'accusa sono stati realizzati in maniera abusiva.
Il provvedimento di sequestro emesso dal gip riguarda gli aerogeneratori costruiti nei comuni di Casalduni alla località San Fortunato, di Campolattaro (Colle Serra e Zingara Morta), Pontelandolfo (località Malepara, Masseria Calabrese e Saraceno), di proprietà di 5 società che operano nel settore eolica e che hanno sede a Benevento.
Secondo l'accusa, le autorizzazioni degli impianti sarebbero illegittime in quanto “rilasciate dalla Provincia di Benevento in assenza dei preventivi pareri obbligatori da parte degli Enti preposti”, in quanto le installazioni ricadono in aree sottoposte a vincoli storici, artistici, archeologici, paesaggistico ed ambientale.
Si tratta spiegano gli inquirenti di interventi effettuati in aree contermini e in aree buffer poste “a tutela della zona di protezione speciale (Zps)” relativa alla diga di Campolattaro alimentata dal fiume Tammaro dove è presente anche l'Oasi di WWF, il sito comunitario alle pendici del monte Mutria, i costituenti siti di Rete Natura 2000, il Torrente Lente, le aree boschive, la Torre Longobarda ed il centro storico di Pontelandolfo e il monumento ai Sanniti Pentri. Per quanto riguarda il comune di Pontelandolfo “gli interventi – spiega in una nota il procuratore capo Aldo Policastro – sono stati realizzati in zone densamente antropizzate, tra numerose abitazioni, luoghi di lavoro e borghi, in assenza di valutazione in ordine al rispetto delle distanze minime di legge, al rischio di incidenti di natura meccanica o provocati da incendi, di impatto acustico”.
