Morto dopo un'aggressione, un caso senza risposte

La tragica fine di un 39enne di Foiano, colpito alla testa dinanzi all'abitazione

Benevento.  

Un caso rimasto in sospeso. Accompagnato da domande che non hanno ancora trovato una risposta. Chi lo ha colpito, e perché? A oltre due anni e mezzo di distanza, resta un mistero la tragica fine di  Salvatore Agostinelli, 39 anni, agricoltore, originario di San Bartolomeo in Galdo ma residente a Foiano di Valfortore, morto il 22 settembre del 2012.  Venti giorni dopo essere stato aggredito dinanzi alla sua abitazione. Forse nel corso di una lite, l'uomo era stato centrato più volte - alla testa ed in altre parti del corpo - con un bastone o uno degli oggetti che i carabinieri avevano successivamente sequestrato durante il primo sopralluogo.  

Nonostante il dolore, il malcapitato era rincasato, convinto di non aver riportato gravi conseguenze. La mattina seguente, però, i genitori lo avevano trovato a letto. Stava molto male, per questo l'avevano trasportato in auto a Lucera. I medici gli avevano diagnosticato un'emorragia cerebrale post traumatica, poi ne avevano deciso il trasferimento ai 'Riuniti' di Foggia dove era stato sottoposto ad un intervento chirurgico. Il 22 settembre, però, il cuore di Salvatore Agostinelli aveva smesso di battere.

Due le persone che il sostituto procuratore Maria Aversano, ora non più in servizio alla Procura sannita, aveva ‘avvisato’ in vista dell’autopsia, affidata alla dottoressa Monica Fonzo. Un atto dovuto, per consentire l'eventuale scelta di un consulente da parte dell’ex moglie di Salvatore - una donna di nazionalità straniera - e dell’attuale convivente, di Cerreto Sannita. Lavorano per un’azienda agricola della zona, abitano a mezzo chilometro dal luogo in cui tutto sarebbe accaduto. Erano già stati sentiti come testimoni, poi il cambio della loro posizione e la nomina dei difensori, gli avvocati Luigi Rotondi e Giuseppe Parente. I legali avevano subito evidenziato l'estraneità dei loro assistiti alla vicenda, allontanando ogni più piccolo sospetto sul loro conto.

La tappa successiva dell'inchiesta, scandita anche dall'escussione di una serie di persone informate sui fatti, erano stati gli esami dei carabinieri del Ris di Roma sulle tracce ematiche rilevate nell’Alfa Romeo e in casa del 39enne. Siamo nel febbraio 2013: da allora buio fitto e tanti dubbi.

Enzo Spiezia